giovedì 21 luglio 2022

Netflix Original 63: Il Movente


Fare lo scrittore in un film è sempre un'impresa ai limiti delle possibilità umane. Puoi impazzire, come accade al Jack Torrance di Shining, o puoi essere sequestrato da una fan troppo accanita, come mostrato in Misery Non Deve Morire.
Oppure a volte ci sono scrittori che cercano di fare quello che ritengono di saper fare meglio, ovvero scrivere, ma il tutto rischia di ritorcerglisi contro. Come accade in Il Movente (El Autor), diretto da Manuel Martin Cuenca, scritto dallo stesso Cuenca e da Alejandro Hernández e distribuito su Netflix a partire dal 17 novembre 2017. Una nuova produzione spagnola dopo 7 Años e Fe De Etarras.
Alvaro (Javier Gutiérrez), impiegato di uno studio notarile, scopre che sua moglie Amanda, la quale ha appena pubblicato un bestseller, la tradisce e così la abbandona e, a seguito di una pausa forzata dal lavoro, decide di trasferirsi in un altro appartamento.
Il sogno di Alvaro è quello di divenire uno scrittore, ma non producendo opere dozzinali come ritiene essere quelle di sua moglie, bensì scrivendo un grande romanzo sulla vita di tutti i giorni. E ben presto Alvaro trova i soggetti adatti per la sua opera: gli abitanti del condominio in cui risiede, di cui arriva persino a influenzare le scelte in maniera sottile, pur di poter portare a compimento il suo presunto capolavoro.
Il film effettua dei curiosi e imprevisti cambi di prospettiva sul personaggio, che è colui su cui si incentra tutta la nostra attenzione (non c'è scena in cui non compaia, infatti), mentre i comprimari vengono posti volutamente sullo sfondo ma risultano sempre ben presenti.
In principio ci appare come una vittima, in quanto tradito da sua moglie, vessato sul posto di lavoro e con le sue ambizioni come scrittore abbattute da un insegnante di scrittura troppo veemente. Salvo poi riclassificarlo come un uomo in cerca di riscatto, dopo che  ha tagliato i ponti col passato e trovato un'idea per un romanzo.
Ben presto, però, la vera natura del protagonista viene fuori: non è un eroe, o un antieroe, ma un vero e proprio personaggio negativo. Un uomo che, non avendo una vita propria o esperienze interessanti cui poter attingere per creare un'opera letteraria, come un parassita si attacca alle esistenze degli altri, le controlla e cerca di indirizzarle verso strade impreviste di modo da rendere la trama del suo libro più interessante.
In sostanza è una persona solitaria - lo è sempre stata - disposta a fare di tutto pur di emergere. Siamo di fronte con questo film a una sorta di trattato su una personalità egomaniaca, ambiziosa e arrogante. Ma forse il contrappasso per ciò che fa non può essere troppo lontano: dopotutto chi manca di immaginazione, presto o tardi è destinato a cadere.
Un prodotto davvero molto particolare e apprezzabile.

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