domenica 31 ottobre 2021

Netflix Original 15: 7 Años


Vi è una categoria di film abbastanza particolare, nemmeno classificabile come genere, direi, che è quella ambientata principalmente in una stanza e tutta la trama è incentrata sulle interazioni/discussioni tra le persone presenti in quella stanza in relazione a un determinato argomento.
L'esempio più celebre in tal senso è senza ombra di dubbio La Parola ai Giurati (12 Angry Men) di Sidney Lumet, ma si possono citare anche Saw - L'Enigmista o Sleuth - Gli Insospettabili.
In questa particolare categoria rientra anche la prima produzione spagnola di Netflix7 Años, diretta da Roger Gual e distribuita a partire dal 28 ottobre 2016.
Quattro amici e soci di un'azienda (Juana AcostaÀlex BrendemühlPaco León Juan Pablo Raba) si incontrano d'urgenza in una notte di sabato poiché il fisco spagnolo ha individuato delle gravi mancanze nei loro registri societari configurabili come reati penali e che prevedono una pena di almeno sette anni (da qui il titolo).
I quattro si accordano su una proposta che vedrà uno solo di loro andare in prigione, accollandosi tutte le colpe, ma per decidere chi sarà viene convocato un mediatore, José Vega (Manuel Morón).
Tutti i rancori, i segreti e i sentimenti nascosti in tutti questi anni da parte dei quattro vengono infine rivelati, e alla fine la prigione rischia di essere l'ultimo dei loro problemi.
In questo tipo di film, che possono anche basarsi su canovacci consolidati (Segreti & Bugie alla Mike Leigh in questo caso), quello che più conta è vedere come i vari attori sapranno interagire tra loro e come avverrà la loro discesa all'inferno, perché solo questo può infine essere. Quindi se il film riesce a catturare la nostra attenzione sino alla fine (anche se dura poco, come in questo caso, ma la noia è sempre dietro l'angolo), vuol dire che ha raggiunto il suo obiettivo.
Ora io non conosco il cinema spagnolo più recente e gli attori protagonisti della pellicola, ma per quanto mi riguarda hanno fatto un buon lavoro. Soprattutto interessante è stato vedere come si parta da una situazione non dico idilliaca ma collaborativa ("c'è questo problema, ma troveremo una soluzione insieme, la società l'abbiamo costruita col nostro lavoro") a una dove i rapporti di lavoro non contano più nulla e ognuno dei quattro soci cala la maschera e mostra il suo vero volto, dimostrando come il concetto di amicizia tanto sbandierato fosse in realtà avvolto da un immenso velo di ipocrisia.
Il finale forse prevedibile, quindi, è esattamente quello che deve essere. Si prospettava una discesa all'inferno solo per uno di loro, ma in ultimo tale dannazione li colpirà tutti. E difficilmente potranno riprendersi. Quella stanza, dunque, era una sorta di purgatorio da cui nessuno di loro si è garantito l'ascesa verso il paradiso.
Da 7 anni a un'eternità di sofferenza.

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