Tale padre, tale figlio, dice un famoso proverbio popolare. Questo può valere anche nel cinema, quando accade che la tradizione attoriale si perpetui attraverso due o più generazioni. Come nel caso, per fare un celebre esempio, di Kirk Douglas e Michael Douglas.
Un'altra legacy di discreto successo è quella che si è verificata con Clint Eastwood e suo figlio Scott Eastwood, i quali hanno anche collaborato insieme in qualche pellicola, il primo come regista, il secondo come attore.
Il solo Scott Eastwood è invece protagonista del film Dangerous, scritto da Chris Borrelli, diretto da David Hackl e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 21 febbraio 2022.
Dylan Forrester (Scott Eastwood) è un criminale agli arresti domiciliari soggetto a imprevedibili scatti d'ira che sta curando con dei farmaci e delle sedute psichiatriche online col Dr. Alderwood (Mel Gibson), che sembra stiano dando discreti risultati.
Quando però gli giunge notizia della morte di suo fratello, Dylan Forrester abbandona la detenzione domiciliare per partecipare ai suoi funerali, che si tengono presso una piccola isola con pochi abitanti, tra cui la famiglia di Dylan, la quale non lo vede di buon occhio a causa del suo tormentato passato.
All'improvviso una banda di criminali capitanati da un certo Cole (Kevin Durand) approda sull'isola, alla ricerca di un misterioso bottino che appare in qualche modo collegato al fratello di Dylan Forrester, il quale per proteggere la sua famiglia rischia di cedere a quei demoni che tanto ha lottato per allontanare da sé.
Il film sembra uno di quegli action-movie - opportunamente ammodernato - che andavano di moda circa quarant'anni fa. Quelli dove Clint Eastwood non mancava a volte di apparire e che vedevano un (anti)eroe tutto d'un pezzo, osteggiato dai suoi superiori, nel caso fosse un agente di polizia, o dalla sua famiglia.
Si nota in maniera evidente come il tutto sia stato realizzato con pochi mezzi dal limitato cast presente e dal ristretto numero di ambientazioni utilizzate, ma questo non è necessariamente un difetto.
Siccome la trama punta in maniera quasi esclusiva sull'elemento delle scene di azione, un eccessivo approfondimento sul protagonista non c'è: lui è la persona eternamente in bilico tra bene e male, che si ritrova catapultato in una situazione più grande di lui che lo riscatta agli occhi della famiglia e della società stessa.
Gli altri personaggi invece sembrano essere sostanzialmente di contorno, sia quelli positivi che negativi, volti con le loro poche azioni e battute a instradare il protagonista verso il suo nuovo sentiero. Fa eccezione solamente il personaggio interpretato da Mel Gibson, uno psicologo fortemente fatalista e autoironico che compare per un massimo di quattro scene, riuscendo comunque - grazie alla professionalità dell'attore - a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto.
Il finale lascia spazio a un possibile sequel, che sembra abbia concrete possibilità di essere realizzato. Sarà dunque curioso e strano al tempo stesso vedere Scott Eastwood ricreare in certe occasioni le stesse espressioni facciali del padre Clint e scambiarlo per lui.
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