L'epopea di Savage Dragon, il personaggio ideato da Erik Larsen, continua ma alcuni nodi sono già venuti al pettine nella precedente saga, Posseduto, e altri fili di trama trovano la loro risoluzione nel successivo story-arc, che si dipana nei numeri dal 17 al 21 della serie regolare, intitolato Vendetta (Revenge).
Tramite due storyline distinte e al tempo stesso collegate, una sottotrama subisce un'incredibile seppur prevedibile evoluzione, mentre un'altra giunge alla sua (apparente) risoluzione.
Nella prima storia il demonio che ha preso possesso di Mrs. Harris, madre della ragazza uccisa dal suo ex fidanzato dopo essere stata insieme a Dragon, scatena i suoi terribili poteri contro l'eroe, arrivando persino a far resuscitare i morti dalle proprie tombe!
Nella seconda storia, vi è un nuovo e apparentemente definitivo scontro tra Dragon e Overlord, leader del Circolo Vizioso, la più potente banda criminale di Chicago. L'eroe stavolta ha però dalla sua numerosi assi nella manica in più e l'esito finale della battaglia potrebbe non essere così scontato.
Erik Larsen sembra ormai aver preso le misure sia sulla serie in sé che sui suoi vari personaggi, principali e comprimari, dopo che nella prima miniserie e nei primi numeri della testata regolare appariva interessato principalmente a gettare nel calderone quante più cose possibile ed esagerare con la sua arte grafica omaggiante la Silver Age e le storie di Spider-Man.
Anche in questo nuovo story-arc, così come era avvenuto nel precedente, l'autore - consapevole di aver gettato molta carne narrativa sul fuoco - non crea delle nuove sottotrame, porta avanti la trama del Demonio che si nutre di odio e, incredibile ma vero, conclude col botto e in maniera rapida lo scontro tra Dragon e Overlord, che ha caratterizzato sia la miniserie iniziale che tutti i numeri della serie usciti finora.
Certo, per carità, nulla di nuovo sotto il sole per altri versi. Il mestiere dello sceneggiatore non è qualcosa che si padroneggia dall'oggi al domani, ancor meno quando non si è avuta una formazione adeguata (cosa che non rappresenta una colpa, sia chiaro). Quindi, Erik Larsen continua a far uso di dialoghi molto diretti e immediati e gli scambi tra i vari personaggi non sono costellati di molte parole, in quanto l'autore sa bene che rischierebbe presto di perdersi a mezza via.
Anche i disegni rispecchiano questa immediatezza e rapidità, con la consueta e abbondante dose di splash page o pagine doppie che sono, giusto dirlo, un mezzo comodo per arrivare presto a un risultato che di sicuro colpisce la vista, ma lo storytelling è fatto non solo di questo stratagemma.
Dispiace solo per Overlord che, con la rivelazione del suo vero nome, Antonio Seghetti, ha perso buona parte della sua pericolosità.
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