lunedì 20 febbraio 2023

Prime Video Original 47: Invitati Per Forza


Scene da un matrimonio, ma non alla Ingmar Bergman. Anzi, retroscena da un matrimonio, tra sposalizi greci - pardon, inglesi - e parenti serpenti.
Il giorno del lieto evento diventa spesso occasione per il cinema di analizzare le dinamiche familiari, a volte con un sottotesto drammatico, a volte con spirito comico e surreale.
Cerca un insolito mix, invece, Invitati Per Forza (The People We Hate at the Wedding), diretto da Claire Scanlon, scritto da Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 18 novembre 2022. Il film si basa su un omonimo libro pubblicato nel 2016 e scritto da Grant Girder.
Donna (Allison Janney) ha avuto due mariti e tre figli da questi due differenti matrimoni: Eloise (Cynthia Addai-Robinson), Paul (Ben Platt) e Alice (Kristen Bell). Figli che col tempo si sono distaccati l'uno dall'altro.
Un occasione di ritrovo si presenta quando Eloise invita tutta la sua famiglia a Londra per festeggiare il suo prossimo matrimonio. In realtà, quella che deve essere un'occasione lieta si rivela ben presto una valvola di sfogo per far venire a galla, tra dramma e commedia, tutti i rancori e i risentimenti accumulati in questi ultimi anni.
La trama non è di certo di quelle innovative: quante volte abbiamo visto famiglie cinematografiche ritrovarsi dopo tanto tempo, a volte per caso, a volte per un evento programmato, e litigare tra loro prima di appianare le loro divergenze?
Ecco, questo film segue esattamente questa traccia narrativa, alternando svariate situazioni surreali/slapstick, che fanno ridere solo se siete davvero fan di questo tipo di situazioni (con Veronica Mars che spara una sequela di parolacce che Christian De Sica levate), e inframezzando il tutto con alcuni risvolti drammatici. O che si sforzano di esserlo.
Infatti, in mezzo a tutta la scurrilità e gli eventi paradossali, il film ne approfitta per inserire - e sottolineare - temi come le relazioni omosessuali e l'omofobia, l'aborto e il dolore per la perdita di una persona cara. Il che va benissimo, ovviamente, ma in un contesto in cui predomina l'assurdità tali argomenti appaiono ben presto quasi fuori posto.
Tanto che infatti vengono introdotti e trattati per pochi secondi, salvo poi le situazioni di crisi da essi derivanti venir risolte in un secondo momento, in altrettanti pochi secondi. Mi sembra chiaro che non si sia voluto premere troppo l'acceleratore.
Si può unire dramma e commedia, gli esempi sono molteplici, purché una non predomini sull'altra. Altrimenti si rischia di avere uno strano pot-pourri, in cui un'unica cosa è certa. Che c'è un lieto fine, come è inevitabile che sia.

Nessun commento:

Posta un commento