venerdì 3 febbraio 2023

Netflix Original 104: Lust Stories


Nel 2013 esce il film indiano Bombay Talkies, il quale presenta una particolarità: non si tratta infatti di una storia unica, bensì è l'unione di quattro cortometraggi realizzati da altrettanti registi indiani, nello specifico Anurag Kashyap, Karan Johar, Dibakar Banerjee e Zoya Akhtar.
Dopo qualche anno esce una nuova pellicola che presenta la stessa caratteristica, una sorta di insolito sequel per così dire. Si tratta di Lust Stories, diretto dai quattro registi sopracitati e distribuito su Netflix a partire dal 15 giugno 2018.
Tramite delle storie incentrate su quattro donne (Radhika Apte, Bhumi Pednekar, Manisha Koirala, Kiara Advani), si racconta del loro rapporto col sesso e con gli uomini in una società ancora molto chiusa ai cambiamenti.
Che sia un rapporto semiplatonico tra un insegnante e un suo allievo, tra una cameriera e il figlio della famiglia per cui lavora, tra due amanti in cerca di una pace extraconiugale o tra due novelli sposini incapaci di stabilire una sana relazione sessuale, si descrive una società, quella indiana, che si sta proiettando verso una nuova realtà.
Come dice il titolo stesso, questo è un film incentrato sulla lussuria, la passione. Alternando storie dove prevale l'ironia, se non addirittura la comicità, a racconti dove invece vi è un'atmosfera cupa, si intende descrivere l'India dei tempi odierni - più smaliziata rispetto al passato - e sottolinearne pregi e difetti.
In particolar modo, si evidenzia la centralità della figura femminile, molto più intraprendente e autonoma rispetto al passato. Donne che non esitano a prendere la situazione di petto, se così possiamo dire, e guidare uomini confusi e spaesati verso di loro, oppure lontano da loro. Perché non necessariamente si può avere a che fare con figure del tutto positive.
Le donne rimangono comunque persone che provano sentimenti e quindi, guidati dalla passione, possono commettere errori. E quindi alla fine risultare sia come vittime che come carnefici.
Anche se si può considerare la società indiana distante dalla nostra, con usi e costumi a cui non siamo abituati, la cosa non si nota affatto in questo caso: sarà perché forse il sesso è un linguaggio universale.
Ma, seppur il sesso sia il tema centrale, anzi meglio uno dei temi preminenti, del film, con abilità non si indugia su scene che ne ritraggono l'atto (se non in un'unica occasione per una scena che mi ha ricordato La Dura Verità), in quanto non funzionali alle storie che vengono narrate.
Il sesso è dunque il punto di partenza e quello di arrivo, ma è ciò che accade nel mentre e le scelte che si intraprendono che rappresentano i punti focali.

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