Quando si parla di effetto nostalgia, forse non si tengono in conto quei film horror degli anni '80 e '90 del ventesimo secolo realizzati con effettacci di seconda mano, poche ambientazioni e una trama ridotta all'osso per esigenze di budget. Eppure alcune delle pellicole di quel tempo sono entrate nella storia.
Forse sono io che ho avuto le allucinazioni, ma ho notato echi di quelle produzioni in Bingo Hell, film diretto da Gigi Saul Guerrero, scritto da Gigi Saul Guerrero, Shane McKenzie e Perry Blackshear e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal primo ottobre 2021. Ormai il genere horror si conferma appannaggio anche delle registe e ne possiamo vedere un approccio differente.
Nella città di Oak Springs vive Lupita (Adriana Barraza), la quale è uno degli elementi di spicco di una comunità che però sta lasciando il posto alla modernità, con nuovi edifici e locali più alla moda rispetto a un tempo.
L'ultimo baluardo di classicità sembra svanire quando la sala bingo del paese viene venduta a un uomo misterioso che si fa chiamare Mr. Big (Richard Brake), il quale mette in palio premi in denaro sempre più alti. Per Lupita c'è qualcosa che non va e questo coincide con alcune strane apparizioni che si stanno verificando a Oak Springs.
Sì, sembra proprio un omaggio a quelle pellicole che potremmo ormai definire classiche e che magari la giovane regista ha visto quando era piccola, tremendo di paura davanti a quegli effettacci come accadeva ad alcuni di noi. Ma c'è anche qualcosa in più.
Il film è prodotto dalla Blumhouse, la stessa casa di produzione della serie La Notte del Giudizio. No, non ci ritroviamo di fronte a un clone di questa saga, ma il presupposto di fondo rimane lo stesso.
La Notte del Giudizio è infatti anche una drammatica metafora delle disparità sociali esistenti tra classi ricche e classi povere e Bingo Hell sfrutta la stessa tematica.
Le vittime di Mr. Big, del male dunque, sono infatti persone ai margini della società (anziani e persone fragili) e che divengono dunque facile preda quando gli si promettono soldi facili.
La classe ricca rappresentata da Mr. Big (un tizio in smoking, altro che i mostri realizzati con effetti pratici decenni fa) corrompe dunque la classe povera, sottraendo loro la loro vera identità (la casa, la famiglia, le radici) e si vuole sottolineare come la promessa del denaro sia in realtà qualcosa di effimero, poiché nasconde intenti poco nobili (nel film, la dannazione per le persone che accettano, nella realtà intere piccole comunità che cadono preda dell'economia globale odierna e vengono inglobate nelle metropoli).
Ma questa non è una pellicola pessimista, si lascia spazio alla speranza, che è rappresentata da quegli abitanti di Oak Springs che non cedono alla tentazione e rimangono fedeli a loro stessi e uniti tra loro. Per quanto appaia come una battaglia impari, si vuole sottolineare come sia almeno giusto provarci e non arrendersi alle prime difficoltà.
A mio parere, una schifezzuola salvata solo dal carisma di Brake. Perlomeno è una schifezzuola divertente.
RispondiEliminaSì, non rimarrà nella storia del cinema, e nemmeno in quella del cinema horror, ma è anni luce migliore rispetto a un Evil Eye (ho ancora gli incubi).
Elimina