venerdì 24 febbraio 2023

Netflix Original 109: A Caccia con Papà


Più di molte altre, la società americana basa una discreta parte della propria esistenza sul concetto - e il relativo sfruttamento - dell'entertainment. Partendo da questo presupposto, molti aspetti della vita moderna vengono spettacolarizzati e dati in pasto a un pubblico vorace di contenuti e desideroso di commentare problematiche altrui per non pensare alle proprie.
In particolar modo le dinamiche familiari, tra un padre e figlio ad esempio, in cui molti possono rispecchiarsi, diventano oggetto oltre che di film anche di reality show. O di qualcosa che unisce entrambi questi prodotti. Come accade in A Caccia con Papà (The Legacy of a Whitetail Deer Hunter), diretto da Jody Hill, scritto da Jody Hill, John Carcieri e Danny McBride e distribuito su Netflix a partire dal 6 luglio 2018.
Buck Ferguson (Josh Brolin) è la star indiscussa di un celebre reality show sulla caccia al cervo, assistito da dietro le quinte dal fedele cameraman Don (Danny McBride). Il nuovo episodio che deve essere girato vede Buck riunirsi a suo figlio Jaden (Montana Jordan), il quale deve cacciare e uccidere il suo primo cervo, ritrovando al contempo un legame col padre, che si è separato dalla madre.
Ma quello che dovrebbe essere un episodio celebrativo, alla fine si rivela in realtà qualcosa che potrebbe aumentare ancora di più la distanza tra padre e figlio e causare una eterna frattura.
Il tema della diffusione delle armi da fuoco negli Stati Uniti viene qui toccato in maniera marginale, pur essendo il punto di partenza della storia, e non ne rappresenta l'oggetto principale.
In realtà il film appare più come una satira, molto light comunque, sull'attuale società dello spettacolo, dove in nome degli indici di ascolto si danno in pasto agli spettatori dinamiche ed eventi che dovrebbero in realtà rimanere nella sfera privata, quali appunto i rapporti tra padre e figlio, col rischio che questi si deteriorino.
Buck Ferguson, infatti, è un uomo che nella sua vita ha vissuto solo per due cose, la caccia e il proprio programma televisivo, e non ha mai dedicato troppo tempo alla sua famiglia. Ma nel mondo magico e perfetto dei reality show e dello schermo 4:3, tutto si può aggiustare e il figlio può seguire le orme del padre, macchiandosi del sangue di un animale innocente.
Il paradosso è tutto qui. Buck Ferguson è ormai distaccato dalla realtà, non la capisce e non la vuole approfondire. Lui vive solo nel mondo del reality, fatto di boschi rigogliosi e cervi da cacciare. Il mondo del figlio, fatto di cellulari, delle prime relazioni, delle prime incomprensioni non è alla sua portata. Tanto che Jaden ha nel frattempo sviluppato un buon rapporto col nuovo compagno della madre, il quale invece non mette sé stesso al primo posto.
La metafora del viaggio irto di pericoli - tutti artefatti a uso e consumo della televisione, tranne quelli reali che mostrano tutta la fragilità dei protagonisti - è lo specchio della relazione tra padre e figlio. Finta, come gli eventi che si vedono in televisione. Tranne l'uccisione dell'innocenza, quella è reale.
Ma questo viaggio potrebbe anche cambiare Buck Ferguson, il quale viene infine messo di fronte alla realtà dei fatti. Sta dunque a lui accettare la cosa... o tornare a essere la persona di prima, con pochi pregi e molti difetti.

Nessun commento:

Posta un commento