La prima Civil War dei supereroi Marvel si è avuta nel 2006, ad opera di Mark Millar e Steve McNiven. Capitan America e Iron Man, ognuno dei quali fiancheggiato da decine di alleati, confrontano le loro differente visioni sulla libertà di agire dei supereroi nell'era moderna, a seguito dell'emanazione dell'Atto di Registrazione dei Supereroi. Sicurezza della popolazione contro libertà personali, entrambi valori da preservare. Una strage, ma poi sono tornati tutti... tranne lo sfortunato Bill Foster.
Dieci anni dopo, la seconda Civil War ha luogo: Iron Man è ancora coinvolto, ma il suo contendente stavolta è diverso. Civil War II è una miniserie di otto numeri (più un prologo), pubblicata nel 2016, scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da David Marquez, con contributi aggiuntivi di Olivier Coipel. Questo senza contare una miniserie parallela con vari racconti brevi, Civil War II: Choosing Sides, e numerosi tie-in su altre testate Marvel.
Sulla scena compare un nuovo Inumano di nome Ulysses, capace di avere squarci di eventi catastrofici del prossimo futuro molto vividi. Il primo di questi riguarda Thanos, alla ricerca delle Gemme dell'Infinito. Gli Inumani avvisano gli Ultimates di Capitan Marvel, ma la battaglia contro Thanos si rivela un massacro.
Iron Man, coinvolto a livello personale, mette in guardia Carol Danvers dall'utilizzo di questo potere preveggente, ritenuto non affidabile al 100%, ma lei decide di proseguire dritta per la propria strada. Il confronto tra i due è infine inevitabile e coinvolge l'intera comunità supereroistica su due schieramenti ben definiti.
Come sapete, quando i supereroi hanno una differenza di vedute, invece che parlarne magari davanti a un bel drink e raggiungere infine un compromesso, preferiscono darsele di santa ragione. Perché il potere che li inebria li porta talvolta a scavalcare la barricata e perché i problemi, e le problematiche che affrontano, sono troppo grandi da affrontare per coloro che alla fine sono esseri umani e, come tutti gli esseri umani, a volte commettono degli sbagli.
Se ci pensate, non è molto diverso da quelle discussioni "virtuali" dove ogni interlocutore mantiene la propria posizione, anche di fronte a obiezioni sensate, perché il crollo di quella visione del mondo comprometterebbe per costoro - anche se non si capisce bene dove sia il problema in questo - anche il crollo del loro concetto di realtà.
Nella realtà di Tony Stark, la probabilità che un evento si verifichi non comporta la certezza matematica che esso abbia luogo e i rischi di prevenire quell'evento vanno ritenuti troppo alti. Una metafora del pregiudizio: se le statistiche dicono che una certa parte di popolazione è dedita al crimine, allora il rischio è che si pensi che tutti gli appartenenti a quella parte di popolazione siano dei criminali.
Nella realtà di Carol Danvers, invece, questo rischio è altamente accettabile, poiché i vantaggi e le vite salvate non hanno prezzo. Metafora della legge: se applichi misure restrittive verso quella certa parte di popolazione, non potendo fare singoli distinguo, qualche innocente ci andrà di mezzo per forza, ma i presunti benefici che ne avrà la società sono da ritenere un valore più alto, da conseguire a ogni costo.
Stavolta è Iron Man a porsi contro il sistema, contro un ordine precostituito e a favore del libero arbitrio. Stavolta anche Capitan America è dalla sua parte. Anche stavolta è 'na strage (ma penso siano tutti già tornati)!
Inevitabile fare confronti con la miniserie originale, perché il titolo stesso di questa storia li cerca: il pathos rispetto al racconto di Millar e McNiven è inferiore e il tutto appare come una megascazzottata ampliata più del dovuto. Ma non è tutto da buttare, ci sono buoni momenti narrativi... guarda caso, quando gli eroi non discutono per l'ennesima volta delle loro visioni del mondo o parlano mentre si affrontano.
A questo punto aspettiamo con impazienza il 2026 e Civil War III!
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