Agli esordi, Clint Barton alias Occhio di Falco era il ribelle che si opponeva all'autorità, rappresentata da Capitan America. Il giovane degli anni '60 del ventesimo secolo sempre più insofferente rispetto a quello che vedeva come un modo di pensare ancorato al passato (e chi, dunque, meglio di Steve Rogers contro cui opporsi, che da quel passato proviene?).
Col tempo, come noto, i due sono divenuti buoni amici, a dimostrazione che due generazioni diverse possono coesistere e aiutarsi l'un l'altra. E col tempo Occhio di Falco è arrivato ad essere anche una persona più matura e complessa. Leader, vedovo (temporaneo), vagabondo, eroe perfetto alla Cap osteggiato dalla generazione più giovane, perché il passato appunto è destinato a ripetersi.
Tuttavia, in Civil War II, Occhio di Falco ha ucciso Bruce Banner (seppur dietro indicazione ed esortazione dello scienziato stesso) e, anche se in maniera indiretta, questo fa sentire i suoi effetti nella miniserie in sei numeri Caduta Libera (Freefall), pubblicata nel 2020, scritta da Matthew Rosenberg e disegnata da Otto Schmidt.
Occhio di Falco sta cercando di smantellare l'organizzazione criminale di Hood, ma oltre alla potenza del criminale e dei suoi sgherri deve anche fare i conti con gli appoggi politici ed economici che Hood ha e che lo fanno uscire rapidamente di prigione.
Al tempo stesso sulla scena irrompe un nuovo Ronin, una precedente identità adottata proprio da Clint Barton, solo che riesce a dimostrare ai suoi alleati che non può essere lui, facendosi vedere in uno dei luoghi dove costui appare.
Eppure il dubbio rimane: chi è questo Ronin che ricalca perfettamente le mosse di Occhio di Falco? Ha qualche legame con Hood? E come è possibile annientare un'organizzazione criminale che appare invincibile?
Il tema della metaforica caduta dal paradiso di un eroe è qualcosa che deve riflettersi in un background ben preciso, poiché chi si batte per la giustizia deve trovare una motivazione per combattere la stessa battaglia ma passando dalla parte sbagliata della barricata.
Negli ultimi anni, Occhio di Falco si è assunto il ruolo di supereroe di quartiere, passando dalle minacce cosmiche - che pure non ha abbandonato - al proteggere la povera gente da spacciatori e piccoli criminali. E un suo perfetto contraltare è proprio Hood, un piccolo criminale che per volontà e fortuna è divenuto un signore del crimine.
Clint Barton vede dunque vanificati tutti i suoi sforzi contro una sorta di suo doppio oscuro e l'unica rivalsa che vede è quella di giocare sporco, "sporchi" come i disegni dell'artista che tratteggia con abilità questo mondo capovolto, mentre lo sceneggiatore - partendo da un probabile stato di depressione dell'eroe il cui punto di partenza è stato l'uccisione di Banner - priva Occhio di Falco di quegli elementi eroici che lo hanno contraddistinto negli anni precedenti.
Alla fine Clint Barton dovrà dunque prendere una decisione: se tradire i suoi amici e intraprendere una nuova via, molto vicina a quella dei suoi esordi precedenti all'ingresso negli Avengers, oppure ritornare a essere il supereroe di quartiere che molti chiedono che rimanga. Non è detto che sia una scelta così semplice.
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