sabato 25 aprile 2020

Libri a caso: Aiuto, Poirot! (ovvero di Agatha Christie e delle radici sherlockiane)


Quando esordì come scrittrice di romanzi gialli, nel 1920, Agatha Christie doveva inevitabilmente farsi le ossa. E quindi, per i primi romanzi e racconti, cercò di ispirarsi ai principali riferimenti nell'ambito della letteratura del mistero presenti nella sua epoca. E qual era il riferimento principale, anzi forse a ben vedere l'unico? Esatto, Arthur Conan Doyle e il suo Sherlock Holmes.
Ecco, dunque, nei primi romanzi e racconti incentrati su Hercule Poirot, la presenza al suo fianco del Capitano Arthur Hastings (un passato nell'esercito, proprio come John Watson), ecco i due condividere un appartamento a Londra (proprio come... ok, si è capito) e aiutare il Lestrade della situazione, l'Ispettore James Japp. Al posto del metodo di deduzione di Holmes, Poirot usa le sue celluline grigie, poiché i semplici mezzi di investigazione non sono sufficienti a suo avviso a capire la vera natura di un crimine.
Agatha Christie, tuttavia, inizia dopo qualche anno a sentire come opprimente questo modello, desidera tracciare una propria strada, da scrittrice intraprendente e abile quale è. Non è così facile inoltre affiancare una spalla a un abile detective, si rischia sempre di farlo apparire non solo come uno sprovveduto in confronto a un'abile mente indagatrice, bensì come uno stupido tout court, cosa che Watson non è mai stato, anche se c'è chi ama pensare il contrario.
Hastings, invece, la figura dello stupido la fa e come, tanto che ad ammetterlo è la stessa Agatha Christie qualche tempo dopo, tramite una frase di Poirot inserita in un romanzo successivo. E decide così di sbarazzarsene, in senso buono, col secondo romanzo avente a protagonista il detective belga, Aiuto, Poirot! (The Murder on the Links) pubblicato nel 1923.
Una storia che si innesta nei consueti stilemi della narrativa del mistero dell'epoca, con Poirot e Hastings contattati tramite una lettera d'aiuto che sembra giungere troppo tardi e che viaggiano per alcune nazioni europee per venire a capo dell'enigma. Sembra una di quelle storie dove Holmes e Watson abbandonano l'amata Londra per recarsi altrove, quell'altrove in cui anche la campagna inglese appare come un nuovo mondo.
Il romanzo di per sé è ordinario, non ha particolari vette, ma questo è del tutto normale se si pensa che è comunque appena il terzo romanzo scritto da Agatha Christie, che comincia a carpirne le potenzialità nell'ambito della letteratura del mistero. E quindi, per portare avanti un proprio percorso, alla fine del romanzo Hastings se ne va, diretto in Argentina verso nuove avventure coniugali. Anche se a dire il vero sarebbe ricomparso di tanto in tanto.
Una vita felice per Hastings, dunque, ma non per Agatha Christie invece, che presto avrebbe iniziato a sperimentare le traversie del suo primo matrimonio, con tutto ciò che questo ha comportato. Un po' ironico quindi vedere che Aiuto, Poirot! è stato dedicato al suo primo marito Archibald. Ma Roger Ackroyd ormai incombe.

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