Nelle sue prime apparizioni, Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, era una spia proveniente dalla Russia comunista che, come Mata Hari e con tanto di calze a rete e maschera domino, cercava di carpire segreti seducendo uomini e ingannando col proprio fascino.
Ma quell'amore finto che mostrava si è rivelato vero nei confronti di Occhio di Falco e, col suo benestare e quello di Tony Stark, ha poi aiutato i Vendicatori in più occasioni, prima di essere reclutata da Nick Fury ed effettuare alcune missioni segrete per conto dello SHIELD.
A questo punto, fumettisticamente parlando, manca solo una prima serie in solitaria a lei dedicata e questo, anche se abbastanza sui generis, avviene nella testata antologica Amazing Adventures. La Vedova Nera è la co-protagonista dei primi otto numeri, condivisi con gli Inumani, pubblicati tra il 1970 e il 1971. I testi sono di Gary Friedrich, Gerry Conway e Roy Thomas, mentre la parte grafica è affidata a John Buscema, Gene Colan e Don Heck.
Mentre cerca di godersi un momento di pausa nel suo lussuoso attico di New York, la Vedova Nera viene coinvolta in una disputa tra dei giovani di un centro sociale e un imprenditore corrotto che vuole sfrattarli per interessi personali, utilizzando se necessario anche la criminalità organizzata. Ma quando i giovani si mettono contro la polizia, sarà difficile per lei venire a capo della faccenda.
Gli eventi lasciano la Vedova Nera molto turbata e si convince - a seguito di altri episodi - che chiunque incroci la sua strada è destinato a fare una brutta fine e medita se abbandonare la propria identità di spia.
Al tempo Natasha Romanoff era la classica straniera in terra straniera. Rinnegata dalla sua nazione di origine e ancora disorientata ad abitare, quasi forzatamente, in un paese di cui deve ancora comprendere a pieno le usanze.
Quindi che lei, reietta, inizi a combattere al di fianco di altri reietti, considerati tali dalla società e le autorità, è un passo quasi automatico. La Vedova Nera abbandona così le lotte supereroistiche per catapultarsi nelle lotte sociali, molto preminenti nel decennio in cui queste storie vennero pubblicate.
Ovviamente il tutto fatto in maniera molto light (del tipo, collaboriamo tutti insieme, vogliamoci bene e risolveremo i problemi, ma non è in realtà così facile, come sappiamo), ma quanto meno va apprezzato il tentativo.
La seconda parte delle storie, invece, verte su trame più prettamente supereroistiche ma, con l'eccezione di un solo comprimario (l'autista Ivan, proveniente anche lui dalla Russia), non si riesce a costruire un solido background.
Oltre a questo, il continuo cambio di sceneggiatori e di trame, alcune delle quali non vengono nemmeno concluse, non aiuta la saga in sé, nonostante venga disegnata da la creme de la creme degli artisti dell'epoca. Questo ne sancisce la sua breve vita.
La Vedova Nera, però, sta per iniziare una nuova fase della sua carriera. In un'altra città e al fianco di un altro supereroe.
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