giovedì 2 maggio 2024

Libri a caso: La Serie Infernale


I grandi investigatori, le grandi menti pensanti, si ritrovano talvolta a dover affrontare altre grandi menti pensanti, solo che queste ultime sono devote a portare il caos e a destabilizzare l'ordine costituito. La rivalità più celebre in tal senso è quella tra Sherlock Holmes e James Moriarty.
E l'altro celebre investigatore, belga, Hercule Poirot? Usando le sue celluline grigie, difficilmente può trovare qualcuno che sia alla sua altezza. Nemmeno Li Chang Yen di Poirot e i Quattro ha costituito una reale insidia.
Ma forse le cose stanno per cambiare con il romanzo La Serie Infernale (The A.B.C. Murders), pubblicato nel 1936. Ricordate però che Agatha Christie, la dolce signora inglese, è molto abile nei giochi di prestigio narrativi.
1935: Arthur Hastings, ancora lui, ritorna a Londra per occuparsi di alcune faccende private e va subito a fare visita al suo caro amico Hercule Poirot.
Ma questo incontro è destinato a essere subito interrotto dall'arrivo di una lettera minatoria, firmato da un certo ABC, in cui il mittente, sfidando il celebre investigatore, annuncia un prossimo delitto, indicando anche il giorno e la città in cui esso accadrà. E puntualmente tale delitto avviene.
E tale omicidio non è che il primo di una serie, ognuno dei quali preannunciato da un'altra lettera di sfida.
Che Hercule Poirot abbia infine trovato un avversario più abile e ingegnoso di lui? E come potrà interrompersi la catena di delitti?
Una serie di omicidi, uno schema ben preciso basato sull'alfabeto, un assassino che preannuncia le sue mosse... ebbene sì, ci troviamo di fronte a un serial killer ante-litteram. Non credo proprio che tale concetto lo abbia ideato Agatha Christie, ma di certo stupisce molto leggere di questo in un romanzo di quasi cento anni fa.
Ancora una volta, dopo Poirot e i Quattro, il celebre investigatore belga viene sfidato e non per risolvere delle minacce alla stabilità nazionale, bensì per venire a capo di delitti commessi contro della gente comune.
E la sfida che gli viene lanciata è tale da metterlo in difficoltà a un certo punto, anche se lungo la via non abbandona mai la sua confidenza nelle proprie celluline grigie e ha sempre con lui una sana dose di misantropia che lo aiuta a vedere le cose in maniera più distaccata.
Come in molti romanzi di Agatha Christie, non sono Londra o altre grandi città a rubare la scena, bensì le piccole cittadine inglesi di provincia, con piccoli negozi gestiti da gente umile e ristoranti in riva al mare dove giovani coppie possono coronare un sogno d'amore. Sempre che questo non si trasformi in tragedia.
Oltre a Poirot ed Hastings, che talvolta cede il passo a capitoli in terza persona e vi è una precisa ragione per questo, a contorno della trama troviamo un buon numero di personaggi che forse in ultima analisi risultano un po' troppi... ma dopo tutto questa è una serie (infernale) di delitti.
Essendo un'opera di intrattenimento, occorre mescolare un po' le carte per tenere desta l'attenzione del pubblico e diciamo che la cara signora inglese farà di tutto per catturare la vostra attenzione in maniera abile stile Mossa Kansas City.
Non dovrete mai scordare che questa è un'opera di intrattenimento, poiché altrimenti la risoluzione della vicenda potrebbe apparirvi esasperata, sopra le righe e improbabile. No, è del tutto probabile nel mondo narrativo che Agatha Christie ha creato e che vede Hercule Poirot, come visto nelle precedenti occasioni, come la personificazione dell'ordine assoluto che giunge a mettere a posto ciò che il caos ha distorto.

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