mercoledì 25 settembre 2024

Libri a caso: Pianeta d'Aria


Al termine di Moby Dick, il capolavoro pubblicato nel 1851 e scritto da Herman Melville, Ishmael/Ismaele è l'unico sopravvissuto della ciurma del Pequod, sterminata dalla furia della balena bianca, cacciata con ancor maggiore furia dal Capitano Achab.
A volte la parola FINE può non rappresentare il vero e proprio epilogo per un personaggio. Dopotutto, qualcuno si potrebbe domandare: ma cosa è accaduto a Ishmael il giorno successivo? Ebbene, a questa domanda risponde Pianeta d'Aria (The Wind Whales of Ishmael), pubblicato nel 1971 e scritto da Philip J. Farmer.
Ishmael viene ripescato e salvato dalla Rachel, ma le sue traversie non sono ancora terminate. Precipitato infatti in un wormhole, Ishmael si ritrova catapultato in un lontano futuro, quando l'umanità è quasi sull'orlo dell'estinzione e vive su città volanti viaggiando su navi volanti, mentre la Terra è popolata da creature selvagge che cacciano l'uomo per terra, per mare e anche per aria, visto che hanno facoltà di volare.
Sia straniero in terra straniera che l'uomo giusto nel momento giusto, Ishmael conoscerà alcuni nativi di questo insolito futuro, compresa un'affascinante ragazza di cui si innamora, e dovrà insegnare loro un'arte che ha imparato a padroneggiare suo malgrado: la sopravvivenza.
In un'era attuale in cui non ci si fa problemi a dare un seguito a qualsiasi opera, un'operazione come questa potrebbe risultare scontata. Ma suddetto romanzo è stato pubblicato oltre cinquant'anni fa, quando vi era ancora una sorta di aura di sacralità in merito ai grandi capolavori della letteratura.
Philip Farmer, tuttavia, non si è mai creato problemi di questo tipo, considerato che ha scritto libri su altre icone letterarie come Tarzan o Sherlock Holmes.
Ovviamente in questo caso non si procede nella scia di Herman Melville, anche perché questo sì sarebbe stato inutile e superfluo. Anzi, laddove lo scrittore di Moby Dick sottolineava come le ambizioni più ardite dell'essere umano siano destinate a scontrarsi con la realtà e la crudeltà, Farmer invece adotta un'operazione di ribaltamento.
Poiché Ishmael, forse proprio perché reduce dalla drammatica esperienza vissuta sul Pequod, si pone degli obiettivi che riesce a realizzare con astuzia e abilità, giungendo infine a realizzare quelle che sono più modeste, ma per lui comunque significative, ambizioni.
Sono in effetti passati 120 anni dalla pubblicazione di Moby Dick e il mondo è profondamente cambiato. Inoltre, inserire il tutto in una cornice fantascientifico-apocalittica contribuisce in maniera ulteriore a creare un distacco con l'opera originaria e a proiettare gli eventi verso un nuovo scenario e una nuova storia.
Se con Melville, Ishmael ha affrontato la furia della natura, implacabile e inarrestabile, qui deve fare i conti con i pregi e i difetti dell'umanità, più gestibili se si sa come affrontarli. E chi meglio dell'unico sopravvissuto di una ciurma maledetta?

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