giovedì 16 maggio 2024

Libri a caso: Gli Amanti di Siddo


Il fatto che la fantascienza, come genere letterario, sia proiettata nel futuro, oppure offra una versione alternativa della nostra realtà, non impedisce ovviamente agli autori di trattare tematiche del loro tempo o universali, utilizzando la metafora di un mondo lontano.
Un mondo dove però possono sopravvivere concetti eterni, come l'amore, e venire reinterpretati. Come accade in Gli Amanti di Siddo (The Lovers), scritto da Philip J. Farmer e pubblicato originariamente sotto forma di racconto nel 1952, salvo poi essere espanso in romanzo nel 1961.
Ci troviamo nel trentunesimo secolo: dopo una tremenda Guerra Apocalittica che ha decimato la popolazione terrestre, il mondo vive sotto l'egida di una dittatura religiosa che si rispecchia nella figura eterea del Precursore.
Tramite i suoi scritti sacri, messi in pratica da zelanti agenti, i cittadini vivono secondo determinate caste e devono seguire specifici dettami, comportarsi secondo schemi prefissi in ogni aspetto della loro vita e, nel caso li infrangano, vengono puniti anche in maniera corporale.
Tra di loro vi è il linguista Hal Yarrow, il quale pur essendo un devoto della religione unica (anche perché non può fare altrimenti), vive un'esistenza miserabile e un matrimonio infelice. Così, quando gli viene offerta la possibilità di partecipare a una missione spaziale per colonizzare un altro pianeta, coglie l'occasione al volo.
L'esperienza lo cambia in maniera profonda, grazie all'incontro con la razza aliena dei Wog, ma soprattutto con Jeannette, una donna aliena dalle fattezze umane con cui intreccia una relazione che va contro tutti i dettami religiosi prefissi.
Ecco un perfetto esempio di come uno scenario futuro possa riflettere il tempo in cui il romanzo venne scritto. Un'epoca che segue la Seconda Guerra Mondiale e dove si intensifica il puritanesimo della società americana che, a dire il vero, era iniziato anche prima che cominciasse il conflitto. Un tempo dove i movimenti giovanili dovevano ancora arrivare.
Ma già qualcosa si muoveva all'epoca e gli scrittori dell'epoca sono stati abili a cogliere questi sussurri. Tramite la descrizione di un mondo apocalittico, Philip Farmer concepisce una metafora che riguarda non solo la società americana (che pure è quella in cui viveva) e non solo le religioni cristiana o protestante, quelle più presenti negli Stati Uniti.
I vari precetti del Precursore, infatti, sembrano richiamare varie credenze religiose e vogliono sottolineare come i dettami che vadano a regolare aspetti privati dell'essere umano (fare sesso solo a scopo di procreazione, non eccedere in determinati e presunti vizi, non concedersi opinioni personali su argomenti sensibili) finiscano in ultima analisi per limitare la libertà e il libero arbitrio dell'essere umano.
Laddove invece un essere più libero ha più possibilità di conquistare la felicità, soprattutto se non c'è nessuno che gli dica chi può amare e chi no. Quindi non è un messaggio che va contro la religione in sé, bensì riguarda come essa viene applicata, lasciando alla singola persona se credervi o meno.
Questo viene esemplificato nella figura di Hal Yarrow. Un uomo che per tutta la vita ha vissuto seguendo ciò che altri gli hanno detto di fare e comportandosi come altri gli hanno detto di comportarsi. Ma quando si ritrova a contatto con una civiltà aliena che con facilità gli mostra le falle logiche dei ragionamenti del Precursore e un'amante che è capace di fargli superare quei confini naturali superando quegli ostacoli invisibili, tutti i suoi muri mentali crollano in maniera costante e diviene un uomo nuovo. Rinato.
Ma resta da vedere se tale rinascita possa essere la chiave per cambiare il modo di pensare di certe persone fissate coi loro principi. Poiché il problema non è credere in quei principi, il problema è quando si cerca di inculcare con la forza e la prevaricazione suddetti principi.
Sessant'anni dopo fa piacere vedere come una relazione "interrazziale" e dove vige la libertà sessuale non sia più così scandalosa, ma sia anche comunemente accettata, aldilà dei bigottismi che non mancano mai in ogni epoca temporale.

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