Nero Wolfe è uno degli investigatori privati più abili e al contempo più pigri che ci siano. Creato dallo scrittore Rex Stout nel 1934 e comparso in decine di opere, si caratterizza per risolvere i casi più intricati non uscendo (quasi) mai dalla propria abitazione, dove si diletta a gustare pranzi succulenti e a coltivare orchidee nella propria serra.
A condurre le indagini sul campo vi sono invece il fido collaboratore Archie Goodwin e una serie di altri investigatori privati. Una delle indagini che riguarda tutti loro avviene in Troppi Clienti (Too Many Clients), pubblicato nel 1960.
Un influente industriale, Thomas Yeager, chiede l'aiuto di Archie Goodwin poiché ritiene di essere pedinato da qualcuno, che ha scoperto un suo appartamento privato che l'industriale vuole rimanga segreto, poiché lì ha degli incontri clandestini con delle amanti.
Archie Goodwin intende capire se davvero questo stalker esista ma, quando Thomas Yeager non si presenta a un appuntamento prefissato, scopre che è stato ucciso. E non è la cosa più problematica, dal momento che vedendo il suo volto capisce che Thomas Yeager non è affatto la persona che ha chiesto il suo aiuto!
Ma allora qual è stata la ragione di tutta quella messinscena e chi l'ha attuata davvero? E questa vita segreta di Thomas Yeager è esistita davvero? Ah, in tutto questo c'è anche Nero Wolfe, ovvio, sempre rinchiuso tra le quattro mura del suo appartamento newyorchese pronto a risolvere il caso.
In quella che è la New York dei ruggenti anni '60 del ventesimo secolo, si innesta una trama molto particolare che parte da un colpo di scena iniziale ben congegnato e da qui crea svariate diramazioni narrative che portano più persone (i troppi clienti del titolo) ad avere a che fare con Nero Wolfe e il suo appartamento.
La trama procede poi lungo binari abbastanza consueti e consolidati e con ruoli altrettanto consolidati, ovvero Archie in giro per le strade ad indagare, saltuariamente a prenderle e sempre a ribattere con più botte, mentre Nero Wolfe si trova tranquillo a casa a vivere volontariamente la sua vita sedentaria, diviso solo tra le orchidee, il cibo... e un'occasionale indagine come questa.
Quindi in sé non c'è molto da dire, se non che in questo caso lo scrittore prova a complicare la vita ai due protagonisti affibbiando loro molti clienti dagli obiettivi divergenti e talvolta in contrasto. Ma a quanto pare tutto ciò pare non mettere mai in difficoltà l'acume di Nero Wolfe, che rimane (poiché è Archie a narrare la storia secondo il suo punto di vista e le sue esperienze) quasi una sorta di entità metafisica.
Ovvero spesso assente, che compare solo per brevi periodi, e quando lo fa porta subito la trama su binari nuovi, pronti a essere seguiti. Una delle migliori incarnazioni viventi, con ogni probabilità, di deus ex machina.
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