Il fumetto supereroistico americano ci insegna e ci ricorda in maniera costante che niente e nessuno può placare la sete di vendetta di un criminale, nemmeno la morte.
E per quanto possa essere difficile crederlo, questo concetto - seppur in maniera differente e minore - si applica anche a una parte del fumetto italiano. E se dobbiamo pensare a una storica rivalità del fumetto seriale, uno dei primi esempi, se non il primo, che ci viene in mente è l'eterna inimicizia tra Tex Willer e Mefisto.
Nata sin da quando Tex non era ancora un Ranger del Texas, nella storia Fuorilegge, dove Steve Dickart era ancora una spia che aveva al proprio fianco la sorella Lily, e giunta fino a Black Baron, le cui conseguenze hanno visto Mefisto divorato vivo dai topi e precipitato nei regni infernali.
Ma può appunto questo fermare la sua sete di vendetta? Ovviamente no ed ecco dunque l'arcinemico di Tex ritornare nella saga Il Potere delle Tenebre, pubblicata nel 2002 negli albi dal 501 al 504 di Tex, scritta da Claudio Nizzi e disegnata da Claudio Villa.
Rifugiatasi a Parigi e rimasta nascosta per decenni, Lily Dickart si è sposata con un nobile russo di nome Boris. Costui la mette in contatto con un potente medium indiano di nome Narbas, in grado di comunicare con l'aldilà.
Grazie a lui, Lily ha la possibilità di poter parlare con suo fratello Steve, alias Mefisto, trattenuto sul piano della realtà per via del suo odio verso Tex e i pards. Un odio che potrebbe trovare nuova linfa, poiché vi è un rituale mistico padroneggiato da Narbas che potrebbe riportarlo in vita.
Al contempo Nuvola Rossa, stregone della tribù Navajo, avverte quanto sta accadendo sul piano mistico e avvisa Tex e i suoi pards, i quali però rimangono scettici rispetto a un ritorno di Mefisto, ormai dato per morto in maniera definitiva.
Le formule narrative consolidate, quelle che risultano tanto gradite ai lettori di fumetto seriale, diventano poi qualcosa di difficile di cui liberarsi per sempre. Gli scontri tra Tex, i pards e Mefisto - che ritornavano ogni tanto con regolarità seguendo precise strade - evidentemente rientrano in questo concetto di formula.
Tanto che quando lo stregone è scomparso dalle scene dopo Black Baron è diventato appunto qualcosa di complicato da rendere definitivo. Perché si sa, i lettori ogni tanto richiedono di essere rassicurati con una di quelle saghe narrative che così tanto hanno apprezzato. Lamentarsi di questo è inutile, lo si fa quantomeno dai tempi di Sherlock Holmes.
E dunque questo ritorno letterale di Mefisto dalla morte, laddove prima era solo stato dato per deceduto, ha il preciso scopo di rimettere in piedi quella rivalità storica e quella formula narrativa. Che proseguirà poi esattamente come sempre fatto prima (Mefisto rapisce i pards, concepisce arditi e alquanto arzigogolati piani di vendetta con i suoi alleati occasionali, Tex intuisce tutto e lo stregone fugge): sì non è nulla di nuovo ed è proprio ciò che si è voluto.
A dare qualcosa in più a questa nuova saga due elementi. In primo luogo il ritorno di Lily Dickart, personaggio che avrebbe potuto rivelarsi fondamentale ma era stata dimenticata dagli sceneggiatori precedenti e che si dimostra persona diabolica alla pari del fratello.
In secondo luogo i dettagliati e mirabolanti disegni di Claudio Villa, abile in particolar modo a risaltare i volti dei protagonisti, dando quegli sguardi indemoniati e malvagi a quelli negativi e ammantando di una sorta di aura di positività quelli positivi.
Un ritorno dalla morte è solo il preludio a un nuovo inizio, consolidato. Tale questo è.
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