Si sa, il lavoro dell'investigatore (letterario) non conosce periodi di pausa o ferie. Anche quando il detective prova a prendersi un momento di riposo, accade qualcosa che lo distrae dal suo relax e - proprio perché non può farne a meno - si rituffa a capofitto in una nuova indagine.
Succedeva a Sherlock Holmes quando si è trasferito nel Sussex e la stessa cosa accade a Hercule Poirot, il personaggio ideato da Agatha Christie, in Il Pericolo Senza Nome (Peril At End House), pubblicato nel 1932.
Qualche tempo dopo gli eventi de Il Mistero del Treno Azzurro, Poirot ed Arthur Hastings si stanno concedendo un periodo di riposo in Cornovaglia quando fanno la conoscenza di un'affascinante ragazza di nome Nicky Buckley. L'incontro non è privo di conseguenze poiché, esaminando il suo cappello e trovandovi un foro, l'investigatore si convince sia stata vittima di un attentato a cui è sfuggita per miracolo.
Ulteriori rivelazioni della ragazza portano alla luce che nei giorni recenti altri tre tentativi di assassinio ai suoi danni sono stati perpetrati e a tutti è sfuggita per poco. Chi è che ha preso di mira Nicky Buckley e per quale motivo, considerato che - a parte una piccola casa - non è ricca, non ha amanti segreti o possiede alcun oggetto di valore? Ma alla fine un omicidio ha luogo.
La consolidata, si fa per dire, coppia Poirot-Hastings adora frequentare i luoghi di villeggiatura, seppur per motivi prettamente lavorativi, come visto ad esempio in Aiuto Poirot! oppure in La Serie Infernale.
Questo rientra peraltro nel consueto "modus operandi" di Agatha Christie che - almeno per quello che abbiamo visto finora - non ha mai ambientato i suoi romanzi in grandi città come Londra o Liverpool, probabilmente troppo caotiche per una dama inglese, preferendovi sempre i piccoli centri abitati. Luoghi dove il male può annidarsi dietro l'angolo e provenire da parte di persone fidate.
Ci ritroviamo dunque di fronte a uno schema narrativo consolidato attorno a cui la scrittrice costruisce le sue trame fatte di misteri, piccoli segreti, strane e a volte sconvolgenti rivelazioni.
Senza dimenticare il classico finale, ma che forse qui compare per la prima volta: la scena dove Hercule Poirot raduna tutti i sospettati e mette su uno "spettacolo" - improponibile nella realtà, anche in quella realtà più innocente di novanta anni fa - che porta allo smascheramento del colpevole.
Non c'è nulla di nuovo e probabilmente non ci deve neanche essere: basta la consueta abilità di Agatha Christie nel delineare gli eventi e descrivere, a volte bastano anche poche parole, i personaggi che compaiono sul palcoscenico di questo dramma.
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