Gli investigatori letterari italiani hanno una marcia differente rispetto a quelli inglesi o francesi. Non in più, bensì differente. Vuoi per i diversi tipi di società, vuoi anche per le diverse popolazioni che abitano le tre nazioni e le loro abitudini.
Ovviamente, l'Inghilterra può vantare i più celebri investigatori, ma anche l'Italia ben si difende - come abbiamo visto in passato - grazie a personaggi come Carlo De Vincenzi o Riccardo Ranieri.
Quello che colpisce è come tali investigatori risultino profondamente radicati nel tessuto sociale in cui vivono nel momento in cui le loro storie sono pubblicate. Non è da meno in tal senso il Commissario Giulio Ambrosio, ideato da Renato Olivieri, il cui primo romanzo che lo vede protagonista è Il Caso Kodra, pubblicato nel 1978.
In una fredda e nebbiosa giornata di Epifania, dei testimoni assistono a quello che appare come un caso di pirateria stradale, che vede coinvolta una donna di nome Anna Kodra, originaria dell'Istria.
La donna sopravvive, ma muore una volta giunta in ospedale, riuscendo a pronunciare un'ultima parola: Paola. A indagare su quello che appare un caso drammatico ma purtroppo simile a tanti altri è il Vice Commissario Ambrosio della questura di Milano, di recente separatosi dalla moglie e che sta sostituendo un collega in ferie.
Oltretutto l'incidente è avvenuto in Via Catalani, da lui frequentata da ragazzo insieme alla prima fidanzata e di cui conserva cari ricordi. Tuttavia c'è qualcosa che non torna. Anna Kodra è una donna fin troppo inquadrata, sempre chiusa nel proprio appartamento o impegnata con la sua attività di insegnante.
Ma qualche piccola falla, in questo schema in apparenza inattaccabile, c'è, a partire da quel nome pronunciato in punto di morte e quei piccoli segreti che ogni esistenza porta con sé, come degli amanti o soldi di dubbia provenienza. Il tutto in una Milano di gennaio segnata dalla nebbia, dal freddo e dalla crudeltà.
In questo romanzo ci troviamo nel periodo storico degli anni di piombo, al contempo nel momento più critico ma al tempo stesso anche quello in cui - a seguito dell'omicidio di Aldo Moro - dopo qualche anno si entrerà in un altro decennio che segnerà profondamente la società italiana, nel bene e nel male.
Ma questo Giulio Ambrosio, in quel gennaio del 1977 in cui si svolgono gli eventi, non può saperlo. Con lui non ci troviamo certo di fronte a un personaggio granitico come Jules Maigret e men che meno a macchine pensanti quasi prive di empatia come Sherlock Holmes o Hercule Poirot.
Ambrosio è un uomo forse sin troppo emotivo, la cui nostalgia per i tempi che furono lo porta a provare un forte rancore verso sé stesso e ciò che ritiene di essere diventato, un perdente solitario. E la nuova criminalità che sta emergendo è qualcosa che lui ancora fatica a concepire e comprendere.
Tuttavia, il caso di Anna Kodra lo porta, ormai prossimo ai cinquant'anni, a trovare un nuovo percorso di vita. Oltre all'indagine in sé, i ricordi che questa suscita, ricordi a volte scatenati dalla vista di un parco o da un odore, e la nostalgia per quel tempo che non tornerà più spinge Ambrosio a riconsiderare la sua posizione, la sua stessa solitudine.
Una maggior sicurezza di sé, un desiderio di portare giustizia in quello che appare come un caso insignificante, un animo che rinasce anche grazie a una nuova storia d'amore. A volte bisogna affrontare il male per arrivare al bene. Giulio Ambrosio ovviamente quel bene non lo ha ancora conquistato, dopo anni di lotte nelle retrovie, ma da questo momento si incammina sulla giusta strada.
L'altra protagonista di questa storia è la città stessa. Milano. La Milano del presente, così fredda ed enigmatica, e quella del passato, idealizzata dal Commissario che la filtra attraverso una patina di innocenza. Una Milano non ancora del tutto preda dell'urbanizzazione sfrenata e della sovrappopolazione, ma che protende i suoi artigli invisibili verso tutti i personaggi coinvolti in questa indagine.
Artigli che infine riusciranno a ghermire.
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