Dall'agosto 2021, l'Afghanistan è di nuovo sotto il controllo dei Talebani. Dopo essersi liberati dei russi con l'appoggio degli americani, hanno poi con pazienza atteso il ritiro delle truppe statunitensi a seguito dell'occupazione del territorio da parte dell'esercito americano dopo gli attentati dell'11 Settembre 2001 per riconquistare la nazione. Film come War Machine hanno ben chiarito come mai questa "esportazione della democrazia" fosse destinata al fallimento.
Ma l'Afghanistan, durante l'occupazione americana, è stata anche teatro di insoliti atti di eroismo. Come ad esempio in The Covenant, diretto da Guy Ritchie, scritto da Guy Ritchie, Ivan Atkinson e Marn Davies e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 27 luglio 2023.
2018: John Kinley (Jake Gyllenhaal), sergente dell'esercito americano, si ritrova a dover trattare con un nuovo interprete afgano, Ahmed (Dar Salim), dopo che il precedente interprete è rimasto vittima di un attentato.
All'inizio i due non legano molto, soprattutto quando Kinley scopre che Ahmed in passato simpatizzava per i talebani, pur avendone poi preso le distanze e combattutoli dopo che costoro hanno ucciso i suoi figli, ma ben presto i due dovranno unire le loro forze quando si ritroveranno dispersi in territorio nemico, a centinaia di chilometri da una base sicura.
Ricercati dai Talebani, John Kinley e Ahmed capiranno che le loro differenze possono rappresentare anche dei punti di forza.
Siamo davvero distanti dalle zone periferiche di Londra, dove erano ambientate le prime pellicole di Guy Ritchie, e più in generale siamo anche distanti dalle atmosfere che circondavano quei film.
Certo il regista non è più quello degli esordi e ha anche avuto la possibilità di realizzare dei blockbuster - i film su Sherlock Holmes e Aladdin - ma detto questo risulta un po' straniante in principio vederlo alla guida di un progetto che in sé necessariamente contiene elementi di patriottismo (pur non mancando qualche lieve critica, ma negli Stati Uniti prendersela con l'esercito è sempre qualcosa su cui bisogna pensarci due o più volte).
E infatti, più che una storia di guerra e di eroi di guerra, questa appare più come la storia di due uomini invischiati loro malgrado in un conflitto di cui non comprendono la piena portata. E all'interno di questo contesto stringono un legame (da qui il titolo), un legame speciale - di rispetto reciproco più che di amicizia - che li porterà a salvare l'uno la vita dell'altro in due differenti occasioni. Andando per questo sia contro i Talebani che contro la burocrazia e l'inettitudine degli organi esecutivi americani.
Come anche visto in La Furia di un Uomo, Guy Ritchie sembra essersi lasciato del tutto alle spalle quella peculiare ironia che aveva contraddistinto buona parte della sua produzione e di aver aderito a un più stretto e rigido realismo che, se da un lato risulta efficace in questo specifico contesto, dall'altro per chi apprezza l'operato di questo regista è come se mancasse qualcosa.
Ma ogni artista matura col tempo e questo nuovo percorso può rivelarsi foriero di sorprese.
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