mercoledì 11 ottobre 2023

Netflix Original 160: L'Erba Cattiva


Ci sono storie di riscatto, dove un perdente o un reietto della società inizia una nuova vita insegnando a persone più sfortunate di lui o che devono ancora trovare una propria strada morale.
Nei film americani tale insegnamento viene dato ai ragazzi del ghetto e può avere sia toni da commedia, come in Sister Act 2, che drammatici, come in Pensieri Pericolosi. Ma, aldilà delle semplificazioni che i film devono adottare per una tematica molto delicata, i ragazzi di strada sono presenti dappertutto e l'insegnamento può giungere ovunque.
Come accade in L'Erba Cattiva (Mauvaises Herbes), scritto e diretto da Manouchehr Tabib alias Kheiron e distribuito su Netflix a partire dal 21 dicembre 2018.
Waël (Kheiron) e Monique (Catherine Deneuve) sono due ladruncoli di basso profilo che rubano la spesa alle persone anziane al supermercato. Un giorno, però, una rapina non va in porto perché Monique conosce la vittima, Victor (André Dussollier).
Per evitare la prigione, Victor chiede ai due di lavorare su base volontaria presso un istituto per ragazzi problematici, Waël come supplente temporaneo e Monique come segretaria.
I due non hanno alternative e accettano la proposta, ma quest'esperienza cambierà le loro vite.
Parigi, dove si ambienta la storia del film, è una città molto grande, multiculturale e in cui convivono diverse anime e - come accade in tutte le grandi città di questo genere - vi è una notevole disparità tra ricchi e poveri, con questi ultimi che vivono in quartieri degradati, delle banlieue dove il progresso non è mai arrivato pienamente.
All'interno di questo contesto, che è noto anche all'estero grazie ahinoi a numerosi fatti di cronaca nera, si inseriscono svariate storie di riscatto e rinascita. A partire da quella di Waël, l'ultimo degli ultimi, un immigrato musulmano che è stato costretto a vivere per strada e rubare fin da piccolo.
Nel trovarsi dunque di fronte a dei ragazzi problematici provenienti dai quartieri più disagiati, che non sanno leggere e scrivere in maniera appropriata oppure si odiano solo perché è stato detto loro di farlo con chi è ritenuto diverso, Waël può dunque rispecchiarsi e insegnare qualcosa di più utile della grammatica e della matematica.
Può insegnare loro come vivere, e non sopravvivere, nel mondo attuale perché questi ragazzi non commettano i suoi stessi errori o, peggio, affrontino gli orrori che lui ha dovuto sperimentare (non è proprio tutto rassicurante, nonostante ci siano molte scene comiche). Waël diventa così una insolita figura salvifica, così come lo è stata per lui Monique quando costei era una giovane monaca e lo ha tolto dalle strade.
Attorno al protagonista, ruotano piccole storie d'amore e una breve trama thriller, per dare un po' di colore. Ma sono aggiunte che probabilmente servono a catalizzare l'attenzione del pubblico medio, è chiaro come il focus della pellicola sia su altre tematiche. Certo, c'è un po' di sano buonismo di fondo, ma non è così invadente e, come detto, i film che trattano una tematica delicata devono adottare delle semplificazioni.

Nessun commento:

Posta un commento