Ebbene sì, vi è un florido sodalizio artistico tra il regista Guy Ritchie e l'attore Jason Statham, seppur a una prima occhiata costoro sembrino appartenere a due mondi cinematografici differenti.
I due hanno collaborato nelle loro rispettive prime prove artistiche, ovvero Lock & Stock - Pazzi Scatenati e Snatch - Lo Strappo, passando poi per Revolver. La loro quarta e al momento ultima collaborazione si è avuta con La Furia di un Uomo (Wrath of Man), adattamento angloamericano del film francese Le Convoyeur, sceneggiato da Guy Ritchie, Ivan Atkinson e Marn Davies e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 27 dicembre 2021.
Il protagonista è Patrick Hill, un uomo che trova un impiego come autista di furgoni portavalori presso la compagnia Fortico, di recente oggetto di alcune rapine ai danni dei loro autisti, una delle quali sfociata in tre omicidi.
Dopo l'iniziale diffidenza dei suoi colleghi, Patrick Hill si dimostra sin da subito una persona competente nel proprio lavoro, nonché abile nel maneggiare una pistola, e diventa un modello per l'intera azienda. Ma è tutto forse fin troppo perfetto. Patrick Hill nasconde un segreto? Cosa c'è davvero dietro quell'atteggiamento solitario e da giustiziere?
La pellicola si svolge su diversi piani temporali, coinvolgendo svariati personaggi, principali e minori, che vanno infine a formare un affresco completo e concludono un cerchio narrativo in certi punti lineare e prevedibile (che Patrick Hill nasconda qualcosa lo si capisce nei primi secondi), ma senza troppe sbavature. Inoltre già il titolo fa presagire quale sia il tema di fondo della storia.
Sembra quasi una sorta di omaggio a quei film action che imperversavano in particolar modo negli anni '80 del ventesimo secolo (ma ancora oggi ogni tanto fanno capolino), con l'eroe tutto d'un pezzo che nulla - nemmeno i proiettili - sembrano in grado di fermare, pronto a tutto pur di portare a termine la propria missione.
In tal senso risulta azzeccata la scelta come attore principale di Jason Statham che, pur mantenendo un'unica espressione facciale, da persona con palo infilato su per il sedere, per tutta la durata del film, diventa accettabile nel contesto della trama e dei retroscena che andremo a scoprire man mano. Il fatto che sia circondato da altri valenti attori, compreso il suo vero avversario che presenta la stessa caratteristica, aiuta ulteriormente la cosa.
Un particolare che manca in questo film, di solito presente nei film di Guy Ritchie, è l'ironia, qui del tutto assente - probabilmente sia per scelta artistica che produttiva - a causa della tematica di fondo che non concede di andare oltre un tono serio e drammatico. Anche se è una mancanza che in qualche punto sembra farsi sentire, poiché il regista ha spesso dimostrato in passato di saper ben coniugare dramma e commedia.
Nonostante Ritchie mi sia sempre piaciuto molto, qui l'ho trovato stanchino, le atmosfere cupe a mio avviso non gli si confanno.
RispondiEliminaSono rimasto in effetti colpito dalla totale mancanza di ironia in questo film (che considero ormai una cifra stilistica di Guy Ritchie), si è notata la sua mancanza.
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