Per coloro che per lavoro, o anche solo per piacere, viaggiano spesso in auto, l'eventualità di un incidente stradale non è da escludere, non foss'altro per mere probabilità statistiche. I vari comportamenti umani determinano poi quello che succede dopo, e passano dalla conciliazione alla fuga dal luogo dell'impatto.
Poi ci sono i casi estremi, come quello che si verifica in Quando gli Angeli Dormono (Cuando los Ángeles Duermen), scritto e diretto da Gonzalo Bendala e distribuito su Netflix a partire dal 28 dicembre 2018.
Germán (Julián Villagrán) lavora per una compagnia di assicurazioni e si trova spesso lontano da casa, tanto che un giorno non riesce nemmeno a essere presente alla festa di compleanno della figlia, suscitando la rabbia della compagna Sandra (Marian Álvarez).
Per farsi perdonare, l'uomo compra un regalo per la bambina e prende in prestito un'auto aziendale per tornare a casa, ma lungo il tragitto - a causa della stanchezza - investe una ragazza. L'uomo si accorge che vi è una testimone del fatto, un'amica della ragazza di nome Silvia (Ester Expósito), la quale è in stato di shock.
Germán deve ora capire se ha memoria del fatto e come può riuscire a cavarsela.
Siamo di fronte a una trama molto semplice e immediata, una sorta di variante della tematica del cacciatore e della preda incentrato su due persone comuni, ovvero un impiegato stressato e padre di famiglia e una giovane ragazza che vuole solo divertirsi. Non vedrete dunque critiche sociali incentrate sulla piaga degli incidenti stradali, in ultima analisi questo è un thriller.
Già quando sale in auto, infatti, si intuisce subito che quella di Germán sarà una vera e propria discesa verso l'inferno, quell'inferno che può capitare a ognuno di noi in questo mondo imprevedibile. E come tale inferno si rifletta su altre persone, a partire dalla propria famiglia.
E proprio la famiglia diventa alla fine il tema principale, e quanto l'amore per essa possa spingere certe persone, buone nell'animo in apparenza, a commettere anche le peggiori atrocità.
Germán, come detto, è un padre di famiglia, ama la moglie e la figlia e non vuole che alcun male accada loro. Silvia invece è una ribelle, non rispetta del tutto i propri genitori. Il primo ha una casa a cui tornare, mentre la seconda sembra priva di una vera e propria direzione.
Potete dunque intuire come un legittimo desiderio di protezione e un altrettanto legittimo desiderio di salvezza entrino in contrasto, portando i due protagonisti a commettere lungo la via tutti gli errori possibili e immaginabili, alcuni esasperati per ragioni di trama. E alla fine solo uno di loro uscirà vivo da questo inferno, colui o colei che avrà più determinazione nel perseguire il proprio desiderio.
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