domenica 22 ottobre 2023

Italians do it better? 23: Il Premio (2017)


Dal 1901 vengono assegnati i cosiddetti Premi Nobel a coloro che maggiormente si sono contraddistinti in alcuni campi dello scibile umano quali la letteratura, la medicina, l'economia. Tale onorificenza è stata voluta dall'inventore Alfred Nobel, a quanto pare poiché non voleva essere ricordato come un assassino, avendo lui inventato alcuni esplosivi, seppur ovviamente non a scopi distruttivi.
In oltre un secolo, anche molti italiani hanno conseguito questo premio, tra cui Luigi Pirandello, Eugenio Montale, Rita Levi-Montalcini e Dario Fo. C'è tuttavia un altro originale vincitore ed è colui che appare ne Il Premio, diretto da Alessandro Gassmann, scritto da Alessandro Gassmann, Massimiliano Bruno e Walter Lupo e distribuito nei cinema nel dicembre 2017.
Dopo essere stato cacciato di casa, Oreste Passamonte (Alessandro Gassmann) chiede ospitalità a suo padre Giovanni (Gigi Proietti), un rinomato scrittore.
Costui, però, è in partenza per Stoccolma per ritirare il Premio Nobel e, poiché l'autista che doveva accompagnarlo, Rinaldo (Rocco Papaleo), è vittima di un leggero infortunio al piede, Oreste si offre di sostituirlo.
Al viaggio si aggrega anche l'altra figlia dello scrittore, Lucrezia (Anna Foglietta), una blogger e aspirante influencer. Un viaggio che si rivelerà pieno di sorprese, sia positive che negative, e riavvicinerà la famiglia dopo anni di separazione.
Ci troviamo dunque di fronte a un nuovo road movie, seppur molto diverso da Con Chi Viaggi. Si tratta infatti di quel tipo di film dove il viaggio viene compiuto su due fronti.
Il primo, abbastanza evidente, è quello di natura fisica che porta da Roma a Stoccolma, passando per diversi altri paesi (il perché non venga utilizzato un aereo trova una spiegazione anche accettabile). Diversi paesi che corrispondono inoltre a diverse culture e società, ritratte anche tra stereotipi e qualche necessaria semplificazione.
Il secondo tipo di viaggio, invece, è quello interiore compiuto da tutti e quattro i protagonisti. All'inizio della storia, per un motivo o per l'altro, sono tutti quanti distanti gli uni dagli altri, per incomprensioni varie o diversità caratteriali.
Il viaggio che compiono, costellato ovviamente anche dalle consuete scenette comiche (ho notato che spesso c'è ne sono che coinvolgono atti di crudeltà sugli animali, sarà qualcosa insito nel DNA, suppongo), fa sì che tale distanza venga infine colmata, quantomeno in buona parte.
La morale finale è quella pronunciata da Gigi Proietti, qui in una delle sue ultime interpretazioni, mentre ritira il premio. Che ogni onorificenza non può compensare il bene più prezioso che esista per un essere umano, la famiglia e i figli. Che nessuno può restare davvero da solo e deve trovare nel suo percorso di vita qualcuno che lo sostenga, che gli tenda una mano quando ci si ritrova in difficoltà e lo aiuti a rialzarsi.
Banale, certo, ma almeno attorno ad essa si sforza di costruirvi una storia.

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