domenica 15 ottobre 2023

Italians do it better? 21: Si Accettano Miracoli (2015)


La religione cattolica e come essa viene professata torna a essere trattata in un nuovo film. Il motivo per cui questo viene fatto è, scusate se mi ripeto, che pur essendo il nostro un paese laico questa religione è la più diffusa in ogni regione d'Italia e perciò una pellicola che ne parla può attingere a un ampio bacino di pubblico.
In special modo una commedia, volta a trattare quasi ogni tematica con toni leggeri e talvolta surreali.
Si Accettano Miracoli è un film diretto da Alessandro Siani, scritto da Alessandro Siani, Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini e distribuito nei cinema nel gennaio 2015.
Fulvio Canfora (Alessandro Siani) è gestore del personale per un'importante multinazionale e suo è il compito di annunciare ai dipendenti il loro licenziamento senza troppi complimenti. Quando però Canfora subisce questo stesso destino, in uno scatto d'ira dà una testata al suo capo.
Come pena accessoria, Canfora viene inviato a compiere lavori socialmente utili presso la parrocchia di una piccola cittadina dove si trovano suo fratello e sacerdote Germano (Fabio De Luigi) e la sorella Adele (Serena Autieri).
Poiché la parrocchia versa in gravi condizioni economiche e vi è carenza di fedeli, Fulvio concepisce un'idea fuori dal comune per risollevarne le sorti, che però porterà con sé anche impreviste conseguenze.
Cosa accadrebbe al personaggio interpretato da George Clooney in Tra Le Nuvole se vivesse in Italia? Semplice, sarebbe vittima dello stesso destino che infligge alle persone a cui annuncia il licenziamento.
Da questo presupposto, anche interessante ma che viene poi subito messo da parte, si innesta poi la classica commedia del pesce fuor d'acqua (l'uomo di città ricco che deve vivere in una piccola cittadina abitata da persone della classe borghese) che ha pure una storia d'amore ai limiti dell'imbarazzante alla Scent of Woman, ma al contrario e senza tango.
Nel mentre vi sono le consuete situazioni comiche a profusione, spesso basate su giochi di parole. Come già visto in altre produzioni, ve ne sono infine talmente tante - alcune per allungare un po' il brodo - da trasformare il tutto in un qualcosa di surreale.
Aldilà di questo, il film è un'allegoria - definirlo satira sarebbe eccessivo - non tanto della religione, ma di come questa viene sfruttata da talune persone per scopi egoistici, laddove invece la vera fede risiede nell'amore fraterno, nel credere nelle buone azioni... e continuate pure voi che io mi fermo qui.
Forse per un po' è meglio mettere da parte i film sulla religione.

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