martedì 31 ottobre 2023

Prime Video Original 77: I Care A Lot


Non è proprio vero che la figura della femme fatale sia qualcosa di radicato nel passato. Come tutti gli archetipi narrativi, e mettendo da parte la realtà che come sempre risulta ben diversa, tale figura può essere attualizzata e, se necessario, divenire anche più cupa e spietata rispetto a quello stesso passato.
Come la femme fatale particolare che abbiamo visto in Gone Girl. E la stessa attrice protagonista di questo film, Rosamund Pike, interpreta una differente femme fatale (lethal, mi verrebbe da dire) in I Care A Lot, scritto e diretto da Jonathan Blakeson e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 19 febbraio 2021.
Marla Grayson (Rosamund Pike) è una tutrice legale rispettata dalla comunità e dalle autorità giudiziarie, la quale si occupa esclusivamente di fragili persone anziane.
Dietro la patina di rispettabilità, tuttavia, Marla Grayson non ha scrupoli, cercando in tutti i modi - e con la complicità di alcuni poliziotti e medici - di far internare gli anziani e prendere possesso dei loro beni, tenendo distanti da loro anche i parenti.
Marla Grayson trova la vittima perfetta in Jennifer Peterson (Dianne Weist), una donna molto ricca e senza alcun parente in vita. La fa dunque internare con un pretesto, ma questo potrebbe rivelarsi un gravissimo errore. Perché Jennifer Peterson non è chi sembra e qualcuno di molto spietato la vuole libera a tutti i costi.
Di solito siamo soliti assistere a un conflitto tra buoni e cattivi, tra eroi e criminali. Vi sono a volte zone di grigio, certo, ma anche queste sono ben definite.
Ebbene, questo film decide di intraprendere una strada differente: qui le persone in conflitto, su vari livelli, sono tutte dei criminali e quel contenzioso che potrebbe essere facilmente risolto tra loro diviene ben presto una battaglia di volontà, di conservare il proprio territorio. Agire altrimenti significherebbe in un certo senso rinnegare la loro natura, la loro anima nera.
Quindi vi è una sensazione un po' contrastante, in quanto non si è portati a provare alcun tipo di empatia verso nessuno di coloro che attraversano la scena, anche solo per pochi secondi, se non per una sola persona che compare all'inizio, vittima delle manipolazioni di Marla Grayson, e si è come testimoni passivi delle malefatte perpetrate nel corso della pellicola.
Mascherato da thriller d'azione, infine, vi è una piccola critica sociale - molto light, è presente all'inizio e poi la trama principale prende il sopravvento - su come vi siano alcune falle nel sistema giudiziario americano che consentono a persone simili a Marla Grayson e ai suoi complici (loro lo fanno in maniera spettacolarizzata, nella realtà avviene in modo più sottile) di approfittarsi delle persone più fragili, gli anziani soli in particolar modo.
Il finale deve essere per forza catartico, ma è anche molto affrettato, ho notato alcune incongruenze sin da subito. Perché se nei film ci si può sbarazzare del male, nella realtà suddetto male gode di molte protezioni.

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