giovedì 12 ottobre 2023

Netflix Original 161: Black Mirror - Bandersnatch


Sia nel passato che ancora oggi, i prodotti interattivi hanno fatto parte del mondo dell'entertainment. Soprattutto libri e fumetti, dove al lettore veniva data la possibilità di scegliere tra due o più opzioni e, a seconda della sua scelta, la storia si sarebbe conclusa in maniera differente.
Con la conseguenza che il più delle volte si rileggeva la storia, per vedere cosa sarebbe accaduto se si fossero operate scelte differenti.
E col cinema? Be', qui non è così semplice, visto che si fruisce di qualcosa che ambisce a offrire un prodotto di natura lineare allo spettatore. Ma lo sviluppo della tecnologia e delle piattaforme di streaming ha permesso anche questa svolta grazie a Black Mirror: Bandersnatch, diretto da David Slade, scritto da Charlie Brooker e distribuito su Netflix a partire dal 28 dicembre 2018. Come intuibile, questo film è uno spin-off della serie Black Mirror, ideata dallo stesso Charlie Brooker.
1984: Stefan Butler (Fionn Whitehead), un giovane programmatore di videogiochi, sta ideando un nuovo prodotto intitolato Bandersnatch, un gioco interattivo a scelta multipla basato su un omonimo libro di uno scrittore impazzito, Jerome Davies.
Una società di nome Tuckersoft si dimostra interessata al progetto ed è pronta a finanziarlo. Da quel momento per Stefan Butler si parano diverse strade e tutte quante dirette verso enigmatici finali in cui risulta fondamentale la figura di un altro programmatore, Colin Ritman (Will Poulter).
Un po' insolito il dover commentare un prodotto che presenta tanti epiloghi, ma non un vero e proprio epilogo... oppure no, forse non è questo il caso.
Stefan - e così lo spettatore - viene messo di fronte a diverse scelte nello svolgimento degli eventi. Alcune appaiono banali (che disco acquistare, quali cereali mangiare), altre sono importanti e alcune anche macabre (se uccidere o meno il padre).
Ma tutte queste scelte paiono convergere verso quello che comunque è un epilogo cupo, dove il protagonista finisce in prigione, impazzisce o muore per uno shock. E in tutti questi finali, capisce che la sua esistenza è governata da altre entità, che decidono per lui ciò che deve fare (in un caso, è addirittura Netflix stesso questa entità).
Sfruttando il fatto che questo è un prodotto interattivo dove pensiamo di avere il controllo, Charlie Brooker afferma che - nell'attuale mondo dominato dalla tecnologia un cui riflesso si intravedeva già decenni fa - molte di quelle scelte che noi riteniamo essere affidate al nostro libero arbitrio sono in realtà già state decise altrove, da "entità superiori" che sono attorno a noi, ma questa è una verità che spesso neghiamo a noi stessi.
Quando compriamo un prodotto perché siamo stati bombardati dalla pubblicità o quando vediamo un film perché l'algoritmo continua a consigliarcelo o quando prendiamo una decisione controversa perché qualcuno che non conosciamo dallo schermo di un computer ci dice che è qualcosa di normale e accettabile, non stiamo in realtà decidendo con la nostra testa.
Ogni giorno veniamo bombardati da decine di diversi messaggi. Sta a noi, se possibile, filtrarli e tracciare una nostra strada. Che non presenti molteplici finali.

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