giovedì 23 marzo 2023

Netflix Original 116: Tale Padre


Ritorniamo a parlare quasi subito di rapporti tra padri e figli, di nuovo nel campo della commedia, seppur in maniera decisamente diversa rispetto a Il Padre dell'Anno (Father of the Year).
Stavolta si tratta di un rapporto difficile tra padre e figlia, che viene esplorato in Tale Padre (Like Father), scritto e diretto da Lauren Miller e distribuito su Netflix a partire dal 3 agosto 2018.
Rachel Hamilton (Kristen Bell) è una pubblicitaria ed esperta di marketing del tutto dedita al suo lavoro, tanto che per questo vede fallire il proprio matrimonio davanti all'altare.
Durante la fallimentare cerimonia, Rachel rivede suo padre Harry (Kelsey Grammer), che l'aveva abbandonata 26 anni prima. Nonostante ci sia un forte attrito tra i due, si imbarcano nella crociera prenotata per il matrimonio perché non vada sprecata.
Sarà l'occasione per loro di riallacciare i rapporti e capire mai come siano stati così distanti in tutti questi anni.
Siamo nell'ambito della commedia classica, con una storia che abbiamo già visto altre volte (forse troppe volte?), dove vi è una situazione di crisi già presente quando vediamo iniziare la storia (gli anni di lontananza tra padre e figlia) che trova infine la sua risoluzione grazie all'amore familiare.
Una tematica che costituisce il punto di partenza e l'epilogo, mentre nel mezzo vedremo varie situazioni comiche o presunte tali (tra gare a quiz e karaoke) in cui questo aspetto viene messo da parte e i protagonisti interagiscono con altre persone durante la crociera.
Appare chiaro che quelle che ci ritroviamo di fronte sono due tipi di solitudini, che i due protagonisti si sono creati con le proprie mani nel corso degli anni per motivi che diverranno chiari con lo scorrere della trama. Rachel in nome di una legittima ambizione lavorativa che è sfociata in ossessione, Harry per le conseguenze di quello che ha fatto e le ragioni che lo hanno portato ad agire in quel modo. Due solitudini che alla fine avranno modo di incontrarsi per creare un nuovo rapporto.
E anche in questa occasione, come nel caso di Kodachrome, si utilizza la metafora del viaggio come sensazione di rinascita. Bloccati in quello che è una sorta di loop che in realtà va avanti, i personaggi sono costretti a guardare dentro loro stessi e venire a patti con ciò che hanno fatto.
Ovviamente, nulla di nuovo sotto il sole e senza particolari picchi: la trama procede esattamente come ci aspettiamo. Questo film si pone l'obiettivo di essere un prodotto rassicurante per lo spettatore e raggiunge tale obiettivo senza troppo impegno.

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