martedì 28 marzo 2023

Netflix Original 117: La Doppia Vita di Brij Mohan


Ne Il Fu Mattia Pascal, il protagonista - oppresso da un'esistenza piena di problemi, dai debiti e da una moglie asfissiante - cerca di rifarsi una vita dopo aver vinto una grossa somma di denaro al casinò e dopo essere stato dichiarato morto per una serie di incredibili coincidenze. Ma l'esperienza si rivelerà ancora più tragica.
Ora non so se la fama di Luigi Pirandello sia giunta fino in India, sinceramente ne dubito, tuttavia appare molto debitrice di quest'opera La Doppia Vita di Brij Mohan (Brij Mohan Amar Rahe), scritto e diretto da Nikhil Nagesh Bhat e distribuito su Netflix a partire dal 3 agosto 2018.
Brij Mohan Gupta (Arjun Mathur), titolare di un negozio di biancheria intima, è oppresso sia dai debiti che da una compagna opprimente e non ha un momento libero per sé. Costretto a rivolgersi a un usuraio, viene da questi minacciato quando non è in grado di restituire il denaro, ma a causa di un incidente l'usuraio muore.
Brij Mohan prende allora il denaro presente nella cassaforte dell'usuraio e fugge via, deciso a rifarsi una nuova vita sotto altro nome. Ma le conseguenze di ciò che ha fatto non tarderanno a farsi sentire.
Un film un po' strano e non solo perché proviene da una nazione che riteniamo distante dalla nostra per usi e costumi, anche nel cinema (no, almeno stavolta le canzoncine non ci sono).
La storia parte come una classica commedia, col protagonista sfortunato, vessato dal lavoro e dalla famiglia e con alcune situazioni comiche a contorno, ma procedendo man mano si tramuta in un racconto noir segnato dalla crudeltà di un po' tutti i protagonisti (seppur recitato sopra le righe).
Brij Mohan inizia come la vittima della situazione, si prova quasi empatia per lui, ma ben presto diventa un carnefice, poiché l'ingordigia per la situazione in cui vive lo porta a commettere orribili fatti criminali. Con inevitabile pena del contrappasso finale.
Tuttavia non si capisce bene quale sia "l'anima" del film. Non appare proprio incentrata sul fuggevole concetto di identità, come nel caso del buon Luigi Pirandello.
Vuole forse sottolineare come ci sia un'anima oscura dentro ognuno di noi? In questo caso risultano un po' fuori posto le scenette comiche iniziali. Vuole invece dirci che ogni persona ha un punto di rottura? Se è così, nel caso di Brij Mohan questo punto di rottura viene superato abbastanza presto.
Insomma, si ha la sensazione - almeno da un punto di vista personale - che si siano prese due strade diverse senza cercare di incrociarle per davvero, ma che alla fine portano il protagonista inevitabilmente alla dannazione. Doppia vita, doppia condanna.

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