19 Giugno 1936: Viene tenuto, presso il Yankee Stadium di New York, il primo match di pugilato tra l'americano Joe Louis, un afroamericano, e il tedesco Max Schmeling.
Joe Louis si dimostra ben presto impreparato di fronte alla forza e potenza del suo avversario, tanto che per la prima volta in carriera finisce al tappeto.
Dopo numerosi colpi subiti e ferite riportate, Joe Louis subisce un KO al dodicesimo round, gettando un'intera nazione nello sconforto, mentre Adolf Hitler in persona si complimenta con Max Schmeling per la sua vittoria.
Appare chiaro come, dato il delicato periodo storico, l'incontro abbia avuto sottotesti politici e sociali ben evidenti.
Un rematch si svolge il 22 giugno 1938, sempre allo Yankee Stadium di New York, e stavolta Joe Louis mette in palio il titolo mondiale dei pesi massimi, che nel frattempo ha conseguito.
Stavolta non c'è storia in senso inverso. Joe Louis prende subito il controllo del match, che viene vinto già alla prima ripresa per KO Tecnico. Pur in quei pochi secondi, il pugile tedesco subisce talmente tanti pugni che deve essere poi ricoverato per qualche giorno in ospedale.
Il partito nazista ritira il suo appoggio al pugile tedesco, mentre Joe Louis diventa il nuovo eroe americano. I due avversari col tempo sviluppano poi anche una grande amicizia.
Questi due match servono successivamente di ispirazione per un nuovo capitolo della saga di Rocky.
Nel giugno 1982, dopo aver visto Rocky III, l'aspirante sceneggiatore Timothy Anderson scrive un trattamento di 32 pagine per un nuovo film su Rocky, incentrato su un combattimento in Russia del pugile.
Nell'ottobre 1982, Timothy Anderson ha modo di incontrare un componente del consiglio di amministrazione della Metro-Goldwyn-Mayer, Art Linkletter, e tramite lui giunge ad avere nel maggio 1983 anche un meeting con Sylvester Stallone.
Alla fine, tuttavia, la sceneggiatura gli viene restituita senza che venga avanzata alcuna proposta commerciale. La sceneggiatura ufficiale viene invece scritta come sempre da Sylvester Stallone.
Per il ruolo di Ivan Drago, vengono effettuate audizioni a migliaia di persone. Viene infine scelto Dolph Lundgren, una guardia del corpo con precedenti esperienze di combattimento e karate che a quell'epoca ha collezionato una sola, breve apparizione in 007: Bersaglio Mobile (A View to a Kill).
Quando Dolph Lundgren viene a sapere del casting per il nuovo film di Rocky, invia a un suo contatto che ha conoscenze comuni con Sylvester Stallone delle sue foto e dei suoi video. Stallone visiona il materiale, che suscita subito il suo interesse, anche se in un primo momento Lundgren viene scartato in quanto ritenuto troppo alto.
Per la preparazione fisica, l'attore svedese viene assistito da Arnold Schwarzenegger in persona.
Il personaggio di Ludmilla Drago in principio non è previsto nella sceneggiatura e tutte le sue battute vengono pronunciate in realtà dal manager di Ivan Drago, Nikolai Koloff. Al tempo, però, Sylvester Stallone sta avendo una relazione con l'attrice Brigitte Nielsen e decide dunque di creare questo personaggio appositamente per lei.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 18 marzo 1985, tenendosi in California, Nevada, Vancouver e Wyoming: in quest'ultimo stato vengono girate le scene narrativamente ambientate in Russia.
Nel film compare un robot, Sico, creato dalla International Robotics Inc. di New York. Stallone lo nota a un party e ne rimane intrigato, includendolo dunque nella pellicola. Il robot ha anche la funzione di tenere vicini a lui i propri figli a livello emotivo, visto che in quel momento l'attore sta affrontando una causa di divorzio da Sasha Czack.
Sylvester Stallone desidera che il confronto tra Rocky Balboa e Ivan Drago sia il più realistico possibile, pur nel contesto di un combattimento coreografato con attenzione, quindi raccomanda a Dolph Lundgren di non trattenersi. Le riprese di questa scena durano svariati giorni e, dopo aver subito tre colpi alle costole all'altezza del petto da parte del suo collega, Sylvester Stallone comincia a sentire un lieve dolore al petto.
Dolore che diviene più intenso, rendendogli difficile respirare, qualche ora dopo, tanto che l'attore deve essere trasportato con urgenza in ospedale, dove si scopre che la pressione è salita alle stelle.
Sylvester Stallone viene dunque trasportato con un elicottero da Vancouver al St. John Hospital di Santa Monica, dove rimane in cura intensiva per quattro giorni.
Seppur i numerosi colpi di Lundgren, non solo quelli al petto, possano aver contribuito a questo, non va scordato che Sylvester Stallone si fa carico anche dei doveri di regista e contatto con la produzione, dunque uno stress eccessivo non è da scartare.
Anche Carl Weathers, che interpreta Apollo Creed, subisce una serie di colpi a suo avviso eccessiva da parte di Dolph Lundgren, tanto che a un certo punto viene preso dall'ira e abbandona il set, minacciando di abbandonare la produzione.
Sylvester Stallone interviene e fa da paciere tra i due attori, che non portano comunque rancori tra loro, così la lavorazione può continuare.
Carl Weathers mette in atto la morte del suo personaggio in maniera così convincente, atterrando col volto come si è prefisso, che un medico presente sul set crede sia rimasto davvero ferito in maniera seria.
Le riprese si concludono nel luglio 1985.
Rocky IV viene distribuito nei cinema americani a partire dal 21 novembre 1985. A fronte di un budget di 30 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale 300 milioni di dollari. Si tratta dell'incasso più alto di sempre per un film di questa saga. Sylvester Stallone corona questo trionfo sposando il mese successivo Brigitte Nielsen, con cui collaborerà ancora, ma la loro unione dura poco.
Il successo della pellicola non va proprio giù a Timothy Anderson, il quale ritiene che la sua idea originaria sia stata plagiata, e perciò cita in giudizio la Metro-Goldwyn-Mayer per danni. La causa, con una prima sentenza, giunge alla conclusione che Timothy Anderson abbia ideato un trattamento - non richiesto - basato su proprietà intellettuali derivative protette da copyright e quindi esso non possa essere oggetto di tutela.
Le parti raggiungono infine un accordo extragiudiziale.
Con questo rinnovato successo, un altro capitolo della saga di Rocky viene pianificato. Un ritorno alle origini e forse anche un epilogo... ma questa è un'altra storia.
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