Della storia talvolta si dice che tenda a ripetersi. Che certi eventi seguano uno schema determinato e quindi si verifichino più volte nel corso degli anni, se non addirittura dei secoli.
Ignoro se questo corrisponda alla realtà ma, lasciando perdere le teorie complottiste e paranoiche, di certo a tale presupposto si è ispirato L'Avvertimento (El Aviso), film diretto da Daniel Calparsoro, scritto da Jorge Guerricaechevarría, Chris Sparling e Patxi Amezcua e distribuito su Netflix a partire dal 24 luglio 2018.
Jon (Raúl Arévalo), un matematico, assiste a una rapina presso un minimarket in cui viene coinvolto il suo miglior amico David, il quale rimane gravemente ferito. Dieci anni dopo questo evento, Nico (Hugo Arbues), un ragazzo bullizzato dai suoi compagni di scuola, si ritrova a transitare presso quello stesso minimarket e trova un enigmatico biglietto dentro una rivista.
Nel passato, intanto, Jon scopre uno strano schema in quella stessa zona dove è avvenuta la rapina. Uno schema che riguarda sempre un certo numero di persone che si ritrovano in quel luogo ogni certo numero di anni e sfocia infine in tragedia. Una tragedia che si ripeterà tra dieci anni. Ora l'uomo deve solo trovare un modo per avvisare la prossima, presunta vittima.
Come intuibile, il film percorre due piani temporali nello stesso momento. Piani temporali che si intersecano tra loro, ognuno influenzando l'altro. Tuttavia non siamo dalle parti di Tenet, qui non vi sono mal di testa associati e le due storie parallele procedono in maniera abbastanza lineare, fino alla risoluzione finale che nasconde un piccolo colpo di scena forse non così scontato (magari forzato, sì, ma non più di tanto).
Più che nel campo della fantascienza, siamo in quello del mystery thriller con una sensibilità prettamente europea e un'enigma che si dipana nel corso dei decenni. Un'enigma che tocca allo spettatore accettare oppure rifiutare, visto che non si dà una chiara risposta.
In realtà il film vuole sottolineare come il futuro - e quindi anche il nostro presente - non sia predeterminato per alcuna persona e la strada che decidiamo di percorrere sia esclusivamente una nostra decisione. Ogni scelta comporta delle conseguenze, così come non fare una scelta.
Vedremo dunque Nico, da persona bullizzata, trovare per via indiretta tramite gli eventi che lo vedono protagonista la capacità di reagire, di ribellarsi a ciò che altri hanno deciso per lui e uscire dal proprio stato di arrendevolezza dovuto alla scomparsa del padre.
Perché a volte la scelta migliore è fuggire dai guai che ci stanno venendo incontro, invece di affrontarli a testa bassa senza valutare possibili alternative, e poi trovare un modo per risolverli. Anche così si può maturare.
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