Dopo Il Ciclo del Risveglio, il personaggio di Andrax, ideato da Jordi Bernet e Miguel Cussó, continua il suo percorso narrativo tramite altre storie realizzate dagli stessi autori.
Nel primo ciclo abbiamo visto l'atleta olimpionico Michael Rush venir prelevato dal Professor Magor e venire proiettato avanti nel futuro di 2.000 anni.
Ma invece che un paesaggio alla Futurama, Andrax si ritrova in un mondo dove la civiltà umana sembra tornata alla preistoria, popolato da strane creature animali e tribù in guerra tra loro. Una di queste è governata dal piccolo e valoroso Holernes, che si unisce insieme a lui per trovare un modo per ritornare al tempo presente.
Un viaggio che continua nella nuova epopea, Il Ciclo dell'Ente Supremo.
Andrax e Holernes continuano a percorrere lo strano mondo in cui è precipitato l'atleta olimpionico, affrontando varie minacce. Dapprima devono liberare una popolazione dall'insolita minaccia dell'Ente Supremo, un'entità in grado di controllare le menti altrui.
Successivamente si addentrano sempre più nei recessi di questo distopico futuro, affrontando minacce provenienti dal passato che rappresentano in realtà il presente a cui Andrax ambisce di tornare.
Quello che abbiamo di fronte è un ciclo di passaggio. Dopo aver introdotto i due personaggi principali nelle prime storie e delineato le caratteristiche principali dell'insolito mondo in cui agiscono e si muovono, Jordi Bernet e Miguel Cussó procedono lungo la strada da loro stessi tracciata ma, almeno in queste storie, non introducono altri elementi narrativi degni di rilievo.
Quindi si segue un percorso consolidato. Andrax e Holernes giungono in una zona a loro ignota del mondo futuristico, battibeccano tra loro, si imbattono nella popolazione locale e in qualche bella donna, scoprono la minaccia di turno, la affrontano e la debellano, più che altro grazie alla loro forza bruta invece che con l'intelligenza, che comunque non manca.
Dopodiché i due passano alla zona successiva e così via. Insomma, i due autori offrono un prodotto rassicurante in cui il lettore che non desidera troppe sorprese sa già cosa andrà a ritrovare. Una lettura dunque principalmente d'evasione dove trionfano l'avventura, il coraggio degli eroi (seppur in più di un punto fallibili e la cosa non passa inosservata) e il lieto fine.
Un artificio narrativo consolidato, ma che ovviamente se prolungato all'infinito rischia di stancare: non è detto che sia sempre così, tuttavia in questo caso anche il lettore meno attento può notare qualche ripetizione. Dunque occorre che prima o poi si giunga a un punto definitivo, a una conclusione. E questa avverrà... se mai avremo la possibilità di leggerla.
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