Esistono film che presentano trame immediate e dirette e non ci girano tanto attorno, andando subito dritti all'obiettivo. Con personalità tagliate con l'accetta, pochi scenari e un mistero che gira attorno a tutto ciò. A volte funzionano e a volte no.
Un film con una trama decisamente immediata e diretta è No Exit, diretto da Damien Power, scritto da Andrew Barrer e Gabriel Ferrari (basandosi su un omonimo romanzo scritto da Taylor Adams) e distribuito su Disney+ a partire dal 25 febbraio 2022.
Darby Thorne (Havana Rose Liu) fugge dalla clinica di riabilitazione in cui è confinata per andare a trovare sua madre, la quale sta per subire un delicato intervento chirurgico. Durante il tragitto, però, la donna si imbatte in una violenta tempesta di neve che la costringe a sostare presso un rifugio temporaneo dove si trovano altri quattro autisti rimasti bloccati a causa delle pessime condizioni meteorologiche.
Mentre tenta di contattare la sua famiglia per sapere come sta la madre, Darby nota in un furgone una ragazza imbavagliata e terrorizzata. Impossibilitata a chiamare la polizia o ad allontanarsi dalla scena, Darby deve scoprire chi delle quattro persone presenti con lei è il rapitore e trovare un modo per liberare la ragazza.
Siamo nell'ambito di due generi che si incontrano e si "scontrano" lungo la via. Da un lato abbiamo il classico mistero, l'enigma in cui la protagonista si imbatte e di cui deve trovare la soluzione (il whodunnit, per dirla all'inglese).
Successivamente il tutto lascia spazio a un'atmosfera più adatta al genere thriller, pur con qualche venatura horror: il luogo isolato, l'eroina che appare come una persona fragile e insicura (ma che dall'esperienza ne rinasce più forte), il villain che non si ferma di fronte a nulla pur di riuscire nel proprio piano. I serial killer dell'horror classico che continuavano a uccidere per futili ragioni di vendetta anche dopo decenni ora sono stati sostituiti da persone senza un vero e proprio scopo, che altri manipolano per i loro fini ma che in ultimo sono responsabili delle proprie azioni malvagie.
Abbiamo detto di personalità tagliate con l'accetta e in questo caso non vi sono eccezioni: i vari personaggi vengono subito inquadrati sostanzialmente entro pochi minuti, oserei dire addirittura secondi, dalla loro prima apparizione (il cast principale è di cinque attori) e in maniera tale che non ci interroghiamo più di tanto sulle loro motivazioni.
Il focus diventa dunque più la trama incentrata sulla crisi che nasce a seguito della scoperta della ragazza rapita, con anche uso di qualche scena esasperata di violenza in vista della catarsi finale. Tanto che, volendo, il film lascia un paio di punti in sospeso che volutamente decide di non affrontare, non ritenendoli probabilmente importanti nell'equilibrio della storia.
Anche questo, si può dire, è agire in maniera immediata e diretta.
Molto carino, perfetto per una serata sul filo della tensione!
RispondiEliminaSì, qui funziona! Anche il fatto che - a parte uno - non ci siano attori rilevanti aiuta a concentrarsi di più sulla storia.
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