Che una parte dell'estetica dei videogiochi sia oggi presente in alcune produzioni cinematografiche è innegabile. Tralasciando i film che sono proprio basati su famosi titoli videoludici, altre pellicole hanno in sé un vago mood da videogioco - senza che la cosa debba essere vista per forza in maniera negativa - come Senza Rimorso (Without Remorse) o Boss Level.
Ritengo vi si possa annoverare anche The Courier, diretto da Zackary Adler, scritto dallo stesso Adler e da James Edward Barker, Andy Conway e Nicky Tate e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal primo novembre 2020.
L'imprenditore criminale Ezekiel Mannings (Gary Oldman) viene arrestato dalla polizia, ma per poterlo condannare occorre la testimonianza di una persona che lo ha visto mentre uccideva un uomo. Il testimone, Nick Murch (Amit Shah), viene portato in un rifugio sicuro, ma Mannings ha talpe anche all'interno delle forze dell'ordine.
Nick Murch viene però salvato in maniera involontaria da una donna corriere (Olga Kurylenko) che ha portato senza saperlo una valigia contenente gas cianuro e si rifugia insieme a lui in un parcheggio, dove dovranno guardarsi dagli attacchi degli sgherri di Mannings.
Il film ha un inizio molto lento perché si preoccupa inutilmente di mettere in scena tutti quegli elementi narrativi di cui poi ci importerà poco. Poiché quando la scena principale si sposta nel parcheggio, solo allora la trama principale - l'unica trama, a dire il vero - ha inizio. E così il videogioco.
Vi sono gli sgherri da eliminare, un tempo predefinito per portare a termine il tutto, luoghi in cui nascondersi e nuove armi da poter utilizzare. Per arrivare infine al boss di medio livello, quello forzuto ed esasperante che è una liberazione poter togliere di mezzo, e quello di fine livello, un po' più pazzoide.
Sembra uno di quegli shoot'em up che impazzavano all'alba di Internet, che si svolgevano in ambienti chiusi, così come accade in questo caso. E, sfruttando una tematica molto presente nel cinema di questi anni, vengono messe in scena delle situazioni dove una donna si dimostra più forte e scaltra di molti uomini (la protagonista sembra una sorta di Wonder Woman).
L'azione e come gli avversari saranno eliminati diventano dunque gli unici elementi di interesse, mentre tutto il resto viene messo da parte e, a parte la protagonista di cui peraltro non sapremo mai il nome, ma di cui almeno ci viene spiegato perché protegge una persona a lei sconosciuta, gli altri comprimari sono come quegli sgherri che elimini in un videogioco e non te ne preoccupi più di tanto... ma forse in un film non funziona così bene.
Gary Oldman qui è a meno del minimo sindacale, ma suppongo che quando avrà visto la possibilità di incassare un facile assegno dovendo stare pochi giorni su un solo set non si sia lasciato sfuggire l'occasione. Forse anche per lui tutto questo è stato come un gioco.
Nessun commento:
Posta un commento