Dalle distese spaziali del pianeta dei simbionti e dai vicoli di New York si è passati a delle inedite atmosfere mistiche. Questa la novità introdotta da Gerry Conway nella serie regolare dedicata a Carnage durante il primo ciclo, Quello Che è Scappato Via.
Il secondo ciclo, Diavolo Marino (Sea Devil), pubblicato nei numeri dal 6 al 10, prosegue e approfondisce questo discorso, con alla parte grafica sempre Mike Perkins.
Per poter fermare Carnage e una minaccia che non conoscono a pieno, l'insolita squadra del FBI capitanata dall'agente Claire Dixon e che ha tra le sue fila anche Eddie Brock in versione Toxin e John Jameson in versione Uomo Lupo, contattano un'organizzazione chiamata Figli del Sole di Mezzanotte capeggiata da Victoria Montesi.
Grazie alle sue conoscenze del Darkhold, Victoria Montesi capisce che Carnage si sta dirigendo verso Giacarta, ma la nave su cui si trova Cletus Kasady esplode e così Carnage approda su una piccola imbarcazione appartenente a una ragazza di nome Jubulile Van Scotter. Cercando di ucciderla, Carnage condividerà con lei invece un legame simbiotico, che potrebbe dare vita a una nuova minaccia.
Questa saga urla "Anni '90" a tutta forza. Vi compare infatti una nuova incarnazione dei Figli della Mezzanotte, i Midnight Sons. Nei primi anni '90 questo era infatti il nome di un'etichetta editoriale che comprendeva tutte le testate horror pubblicate dalla Marvel (e ne pubblicava tante in quel periodo). Tra queste vi era anche una serie dedicata al Darkhold (sì, pubblicavano davvero titoli su qualunque cosa), che annoverava tra i suoi protagonisti proprio Victoria Montesi.
Inoltre, come guest star di un episodio di questa saga ritroviamo il Nano del Darkhold (si può dire ancora nano in questi tempi particolari?), anche lui proveniente dalla serie incentrata sul mistico tomo... e mai più apparso in oltre due decenni, da quel che so.
Mettendo da parte questi comunque apprezzati richiami e omaggi, Diavolo Marino è la classica, ma ben fatta, saga di transizione che si colloca tra l'incipit e l'epilogo. Nel senso che prosegue la trama iniziata nella prima parte e mette in scena tutti gli elementi narrativi necessari per la terza e ultima parte ancora da venire, introducendo anche due nuovi personaggi legati ai simbionti che si riveleranno poi fondamentali.
Non so se per volontà editoriale o scelta narrativa precisa, ma Gerry Conway inserisce nella nuova formazione dei Figli della Mezzanotte solo elementi appartenenti, in un modo o nell'altro, a delle minoranze (con l'eccezione di John Jameson ed Eddie Brock), ma ha la consumata abilità - almeno in questa specifica occasione - di non sottolinearlo a tutti i costi.
Con tutti i pezzi della scacchiera al loro giusto posto, è ora dunque giunto il momento di tirare le fila della storia.
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