venerdì 19 agosto 2022

Prime Video Original 28: Addio Al Nubilato


Torna una nuova produzione italiana su Amazon Prime Video, stavolta più standard rispetto a Il Talento del Calabrone, ma non meno interessante.
Addio Al Nubilato è tratto da un'opera teatrale scritta da Francesco Apolloni, il quale ha anche diretto l'adattamento cinematografico e curato la sceneggiatura insieme a Fabrizio Nardi. Ignoro se ne fosse prevista un'uscita cinematografica, ma anche così fosse il COVID-19 ha bloccato tutto e il film è stato distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 24 febbraio 2021.
Quattro amiche del liceo, Linda (Laura Chiatti), Vanessa (Chiara Francini), Eleonora (Antonia Liskova) e Akiko (Jun Ichikawa) vengono invitate dopo circa vent'anni dalla fine degli studi scolastici da una loro cara amica, Chiara, al suo addio al nubilato. Anche se sono sempre rimaste in contatto, è la prima volta che si ritrovano tutte assieme dopo svariati anni.
Chiara non è presente nella stanza dell'hotel affittata per l'occasione, ma ha lasciato degli indizi per ritrovarla. Indizi che faranno sì che le quattro donne intraprendano un'insolita caccia al tesoro che le porterà lungo Roma e il viale dei ricordi e, nel bene e nel male, le esorterà a venire a patti col proprio passato e i dilemmi del loro presente.
Il canovaccio di questo film è consolidato: gli amici al tempo della scuola che si ritrovano qualche tempo dopo, mettendo a confronto il loro passato e il loro presente. Nel cinema italiano la miglior espressione in tal senso è Compagni di Scuola di Carlo Verdone, mutuato a sua volta da Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan.
Addio Al Nubilato è una variante al femminile di Compagni di Scuola, dove al tema del confronto tra passato e presente e alle distanze che a volte si creano tra gli amici dopo anni di distacco vengono affiancate tematiche - seppur mutuate sotto forma di commedia - che non potevano essere presenti nel film di Carlo Verdone quali omosessualità, inclusione e immigrazione.
Potete intuire che il messaggio di fondo è che l'età è quella che ti senti dentro, non quella anagrafica, quindi avere quarant'anni per una donna non comporta automaticamente abbandonare i propri sogni o uniformarsi a tutti i costi a quelli che sono i dettami della società (e se non è chiaro, lo ribadisce pure Loredana Bertè a metà del film).
Vi sono anche delle situazioni paradossali che lasciano un po' interdetti in principio e che riflettono una sorta di atmosfera onirica, quella in cui cerchiamo di dimenticare le nostre responsabilità facendo cose che normalmente non faremmo... tutti siamo stati giovani e tutti noi abbiamo commesso qualche atto sconsiderato. Il tutto peraltro è ambientato in un 2020 dove la pandemia sembra non aver mai colpito il mondo: una scelta corretta, poiché sarebbe apparso fuori luogo nel contesto della trama.
Nel solco sia del film di riferimento citato che della commedia italiana, vi è anche un retrogusto amaro che percorre l'intera pellicola e che puntualmente fa capolino, a volte in maniera inaspettata, a volte intravedendolo già da lontano. Perché oltre ai sogni, ogni tanto giungono anche le delusioni e bisogna imparare a convivere anche con esse.

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