giovedì 8 luglio 2021

Fabolous Stack of Comics: Venerdì 12


Leo Ortolani non ha scritto solo Ratman e questo è evidente, poiché una carriera che continua ormai dopo numerosi anni ne è la dimostrazione più lampante. A volte però si tende, ed è inevitabile, ad associare il nome di questo artista solo alle storie del Ratto... ma c'è altro oltre a questo.
Come ad esempio Venerdì 12, una saga composta da più storie pubblicata tra il 1996 e il 2004 su varie testate e poi raccolta in volume un paio di volte, più di recente nel 2020 da Bao Publishing. In questa edizione si può trovare come bonus, oltre a una cover gallery dedicata, anche la versione alternativa di un racconto, in origine smarrito da Ortolani.
Aldo è innamorato perdutamente di Bedelia. Pur sapendo che lei non ricambia i suoi sentimenti e che frequenta altri uomini, Aldo continua imperterrito a corteggiarla e le regala un carillon. Ma su questo carillon pende una maledizione: se esso viene donato a una donna che non ricambia l'amore di Aldo, costui diventerà un orribile mostro.
Questo puntualmente capita. Bedelia rifiuta l'amore di Aldo e lui diventa un mostro. Da quel momento vive in un attico, solo col suo dolore... e l'insolito servitore di nome Giuda. Per spezzare la maledizione e tornare umano deve o versare il sangue di una vergine o donare il carillon a una donna che lo ami davvero... ma ci riuscirà?
Venerdì 12 è una serie di racconti (suddivisi in quattro capitoli) scritti nell'arco di otto anni, la maggior parte di questi della lunghezza di sei pagine, tranne le ultime tre storie che chiudono il ciclo e hanno più ampio respiro. In tal senso, ci sono storie ben riuscite e altre meno e ognuno avrà le sue preferite secondo il proprio punto di vista, ma nessuna di esse è davvero noiosa.
Gli omaggi ai film horror di questa saga sono l'abbastanza dichiarato richiamo a Venerdì 13 (il titolo, nonché il look di Aldo), e un accenno più sottile a Il Fantasma dell'Opera (Aldo che suona l'organo durante le sue notti insonni).
Sembra quasi che, con queste premesse, ci si debba ritrovare di fronte a un'opera drammatica. E invece no, Venerdì 12 è una saga intrisa di umorismo, anzi di vero e proprio humour nero (alcune battute risultano ancora "cattive", a distanza di tempo) che sfocia a volte nello scurrile, ma senza esagerare.
Forse alcuni di noi sono stati come Aldo in passato. Incapaci di capire che il loro amore non è ricambiato e, invece che andare avanti, si decide di rimanere bloccati in un passato che non è mai esistito... che è la maledizione reale che attanaglia questo tipo di persone.
E se all'inizio si può provare empatia per Aldo e la sua situazione, col progredire dei racconti questo personaggio diventa ridicolo e patetico - cosa voluta dall'autore, il cui stile matura negli anni - per la sua incapacità di saper accettare sé stesso e quindi aprirsi al mondo esterno.
Giuda... già il nome ci dovrebbe dire di non fidarsi di lui. Eppure, a meno di non essere degli eremiti, è una figura che prima o poi incontriamo o diventiamo. Giuda è quell'amico che non solo dice le cose senza peli sulla lingua, ma le dice anche in maniera cattiva, condendole di ironia e credendo così di fare del bene. Quell'amico che il più delle volte detesti, fino a quando capisci che le sue frasi sono esortazioni a reagire mascherate da battute al vetriolo.
Bedelia non è né intende essere una rappresentazione dell'intero genere femminile. Oltre a esserci altre figure femminili in questa saga diverse da lei, la cosa appare evidente anche da altri aspetti.
Soprattutto dal fatto che, a parte il primo racconto, Bedelia compare sempre o sullo sfondo o durante dei flashback o come allucinazione o come soggetto di un quadro, insomma è quella persona inarrivabile che sempre è stata per Aldo. Rappresenta quel punto del passato da cui Aldo non riesce a staccarsi, quel tarlo nella mente che si porta avanti per anni in particolar modo quando si tratta di amore, che è un sentimento così forte capace anche di rovinare la psiche di una persona.
Come spesso capita, pur essendo le battute all'ordine del giorno nelle sue storie, Leo Ortolani non manca di trattare in maniera precisa e originale un tema delicato, offrendoci il suo particolare punto di vista che non verrà tanto presto dimenticato. E se forse la maledizione di Aldo è stata spezzata, presto colpirà qualcun altro, perché è nella natura di certi uomini ricadere sempre in questo tipo di errori.

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