martedì 15 ottobre 2019

A scuola di cinema: Compagni di Scuola (1988)

1987: l'attore e regista Carlo Verdone è ormai un apprezzato professionista del mondo del cinema, dopo gli inizi come comico teatrale e televisivo. Tuttavia fino ad ora ha diretto solo commedie e vorrebbe compiere un ulteriore salto di qualità. Un salto di qualità che comporta anche dei rischi, che lui è disposto ad accettare.


Terminata la partnership lavorativa con Sergio Leone, Verdone trova un nuovo mentore e produttore in Mario Cecchi Gori, che ha apprezzato l'episodio dell'emigrante in Bianco, Rosso e Verdone, e produce i suoi film successivi, fino a Io e Mia Sorella.
Nel 1986, Verdone partecipa a una cena coi suoi ex compagni di scuola del liceo Nazareno: di una classe composta da oltre trenta persone, se ne presentano circa un terzo. Pur dovendo essere un'occasione felice, il fatto che non ci si veda da tanto tempo porta alcuni partecipanti a provare a essere gli alunni di un tempo, a cercare di ricatturare un periodo che ormai appartiene a un'altra epoca. Cosa che porta a scherzi pesanti e, addirittura, verso la fine della serata, al lancio di un sasso contro un'automobile.
Rimasto sconvolto da questa esperienza, Verdone, avendo anche sentito di separazioni e divorzi tra alcuni suoi amici, nota come ormai i concetti classici di famiglia e di società patriarcale siano entrati in crisi. Molti matrimoni falliscono, alcuni anche dopo solo pochi mesi, e la società di allora è radicalmente diversa da quella del decennio precedente, reduce da battaglie sociali e civili.
Verdone trova questi due elementi, in apparenza non correlati, ottimi spunti da utilizzare per un suo nuovo film, traendo una piccola ispirazione anche da Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan.
Trasferisce questa suo soggetto di massima a Mario Cecchi Gori, il quale però non ne è altrettanto entusiasta. Sono previsti circa 20 personaggi, qualcosa di difficilmente gestibile, Verdone non è tra i protagonisti come accaduto in tutti i suoi precedenti film di successo e sono previste poche situazioni comiche.
Il produttore dà comunque il via libera per la stesura della sceneggiatura, che Verdone realizza insieme a Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi in circa sei mesi. Il primo trattamento è di oltre duecento pagine, che Cecchi Gori impone sia tagliato di almeno trenta. Verdone, con l'aiuto degli altri due sceneggiatori, fa quanto richiesto e riporta il copione al produttore.
La reazione che riceve il giorno dopo è davvero inattesa. Come entra nella stanza privata di Cecchi Gori, Verdone viene quasi centrato in pieno dal copione, mentre le pagine iniziano a sparpagliarsi per tutta la stanza. A lanciarlo è stato ovviamente Mario Cecchi Gori, il quale ripete di nuovo che ci sono troppi personaggi, che la sceneggiatura non fa ridere ed è troppo verbosa.
Irato, Verdone inizia a raccogliere le pagine sparse a terra e, avendo capito di aver esagerato, Cecchi Gori lo aiuta. Forse è quella stessa sensazione di comprensione e pietà che fa infine dire al produttore che il film ha il suo via libera, anche se è ancora convinto che sarà un disastro.
Dopo aver ottenuto, pur con fatica, l'approvazione, Verdone inizia a cercare i componenti del cast. Se il regista riserva per sé il personaggio di Ruffolo, per il ruolo di Finocchiaro ha invece in mente un esordiente: un libraio che abita nella sua zona, frequenta il suo stesso meccanico di fiducia e col quale a volte prende un caffè al bar. Si chiama Angelo Bernabucci. Costui all'inizio è esitante, vista la sua totale inesperienza, ma Verdone lo mette a suo agio prima con un piccolo provino, poi dandogli dei consigli sul set per non farlo sentire troppo spaesato in un mondo per lui del tutto nuovo.
Per il ruolo di Valenzani, Verdone contatta un attore che ha apprezzato in teatro e con cui a volte gioca a calcio il sabato mattina. Si chiama Massimo Ghini. Costui all'epoca è sposato con una giovane attrice di nome Nancy Brilli. Accompagnando il suo compagno a un provino, Nancy Brilli ne sostiene uno a sua volta e ottiene il ruolo di Federica Polidori.
Per il ruolo di Fabris, viene scelto il caratterista Fabio Traversa. Pur essendo un personaggio che scompare dopo pochi minuti dalla scena, il trattamento che riceve sullo schermo dagli altri protagonisti - e in cui molti spettatori riescono a identificarsi - porta l'attore, che pure ha lavorato e lavora con altri rinomati registi quali Nanni Moretti e Pasquale Squitieri, a rimanere fortemente identificato negli anni successivi con questo personaggio.
Le riprese iniziano in via ufficiale il primo agosto 1988. La quasi totalità della pellicola viene girata presso un edificio dell'Appia Antica, Villa Fiorucci. Ogni tanto si presenta sul set il produttore Mario Cecchi Gori che, senza neanche vedere il girato della giornata, continua a elencare in pubblico i suoi motivi di insoddisfazione del film tra lo stupore generale.
Durante la lavorazione, tra gli attori nasce una grande intesa e alcuni di loro stringono forti amicizie che continuano anche dopo il termine delle riprese, che avviene il 16 ottobre 1988.
Prima dell'uscita ufficiale della pellicola nei cinema, viene programmata una visione privata e ristretta a cui partecipa il principale contestatore del film, Mario Cecchi Gori. Costui alla fine si alza e, pur non ammettendo il suo errore di giudizio, si congratula con Carlo Verdone dichiarando che dirige i film meglio di come li scrive.
Compagni Di Scuola viene distribuito nelle sale italiane a partire dal 21 dicembre 1988, arrivando infine a incassare oltre 3 miliardi di lire (462.000 Euro al cambio attuale). Carlo Verdone ha vinto la sua scommessa più importante, anche e prima di tutto con sé stesso, e può ora pensare a nuovi obiettivi... ma questa è un'altra storia.

1 commento:

  1. Ed è un gioiellino della commedia amara italiana.
    Poi, appunto, la scelta di Bernabucci si è rivelata vincente. Aveva la stoffa da caratterista, Verdone ci aveva visto giusto.

    Moz-

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