Ah, la vita in campagna! Magari in una piccola cittadina, dove tutti conoscono tutti e sono cordiali l'uno nei confronti dell'altro. La natura incontaminata, le feste di paese... certo, a meno che suddetto paese non sia preda dei demoni!
Eh lo fanno, lo fanno. Anche in Matriarch, scritto e diretto da Ben Steiner e distribuito su Disney+ a partire dal 21 ottobre 2022.
Laura (Jemima Rooper) è una donna in carriera e in forte ascesa che, ebbra di questo successo, è preda della solitudine - nonostante qualche occasionale relazione - ed è dunque fortemente dipendente da alcool e sostanze stupefacenti.
Dopo una quasi letale overdose, la donna abbandona il proprio posto di lavoro e ritorna nel paesino rurale in cui è nata, dove vive la madre Celia (Kate Dickie), con cui non parla da quasi vent'anni a seguito della morte del padre.
E forse Laura avrebbe fatto bene a restare a casa, perché sul paese aleggia una strana oscurità e quasi tutti mostrano diffidenza verso di lei, tranne sua madre, la quale in venti anni è molto cambiata e ha ancora un aspetto giovanile, a dispetto dei suoi ottant'anni di età.
Sin dai tempi di The Wicker Man del 1973, se non anche prima, le tematiche horror trasportate in una piccola comunità (un'isola, una cittadina di campagna) hanno spesso caratterizzato il cinema inglese, che ha una visione del genere horror differente da quello americano, essendo più teso all'introspezione e all'esplorazione dell'animo umano (l'animo femminile, in questo caso) e con atmosfere molto più cupe a contorno della storia.
Nello specifico, entrambe le protagoniste - che fanno bene il loro lavoro, in quanto risultano entrambe insopportabili - sono preda di demoni interiori, quei demoni che possono cogliere anche noi, i quali si manifestano poi anche esteriormente in modi diversi e contro i quali entrambe reagiscono in maniera diversa pur presentando la stessa causa scatenante.
Per entrambe dunque si tratta di una discesa nell'oscurità, che in realtà sta avvenendo da molto tempo, da quell'evento scatenante da cui nessuna di loro si è mai ripresa. Ovviamente, l'esteriorità dell'orrore le convince infine ad affrontare la situazione... o abbracciare l'oscurità di cui sopra.
Sarà l'ambientazione, quell'atmosfera di spazi ampi e desolati, ma la campagna inglese è davvero adatta rispetto a questo tipo di situazioni.
Una pecca è che la trama fatica molto a ingranare, cosa ancora più strana se si considera che il minutaggio della pellicola non è eccessivo. Nonostante ciò, per quasi la prima metà del film non succede nulla, ma proprio nulla e quindi alla fine si corre per chiudere il tutto in qualche modo. E la cosa appare abbastanza evidente. Un po' di equilibrio non avrebbe fatto male.
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