Ebbene sì, lo confesso, il cinema argentino mancava proprio nella mia faretra di frecce filmiche. Ma l'aumento dell'offerta di cinema proposto in questi ultimi anni dalle piattaforme streaming ha compensato anche questa lacuna.
Nello specifico parliamo di Perdida - Scomparsa (Perdida), diretto da Alejandro Montiel, scritto da Alejandro Montiel, Jorge Maestro e Mili Roque Pitt - sulla base del romanzo Cornelia scritto da Florencia Etcheves - e distribuito su Netflix a partire dal 9 agosto 2018.
La vita dell'agente di polizia Manuela Pelari (Luisana Lopilato) è rimasta segnata nella sua giovinezza - durante una vacanza in Patagonia - quando la sua migliore amica Cornelia è scomparsa nel nulla e poi dichiarata morta. Entrata nel corpo di polizia, ha dedicato tutte le sue risorse alla risoluzione di questo caso, ma invano.
Una svolta improvvisa giunge quando, durante una messa per ricordare la ragazza scomparsa, Manuela Pelari trova uno strano messaggio che viene fatto subito sparire. Ma l'agente non demorde e mettendosi contro tutto e tutti, compresi i suoi superiori, decide di andare a fondo di questa vicenda a rischio della vita.
Sembra che gli sceneggiatori, interpreti e regista di questa pellicola si siano abbeverati con gioia e tripudio a un certo film d'azione/poliziesco tipico del cinema americano.
Potete immaginare le scene. La protagonista tutta d'un pezzo che parla solo quando è strettamente necessario e che interviene senza autorizzazione dei superiori pur di salvare una persona innocente. L'amica esperta di informatica, ma con precedenti penali. Il poliziotto che deve andare in pensione, ma vuole risolvere un ultimo caso. Il collega critico, che poi però si ravvede e aiuta la collega poliziotta. La scena del "sei sospesa, consegna pistola e distintivo". L'alternanza tra passato e presente che conduce al plot twist.
Insomma, è stato un bel campionario di cliché al servizio di una trama che risulta una sorta di mix tra azione e thriller e il cui tema di fondo è abbastanza serio, in quanto incentrato sulla tratta di esseri umani, l'unica concessione a un certo sentire latino a discapito di quello americano (non che gli statunitensi non ne parlino, ci mancherebbe, ma di certo adottano una sensibilità diversa).
Devo riconoscere che le varie persone coinvolte si sono impegnate al loro meglio, si nota la passione che ci hanno messo. Peccato solo che la protagonista, nel suo voler essere monocorde come impone il suo personaggio, risulti infine troppo monocorde e così, quando deve infine esprimere un'emozione, risulta poco credibile. Più che renderla forte e indipendente, è stata resa leggermente antipatica (ma se era questo l'obiettivo, tanto di cappello).
Non ne sono usciti fuori una storia o dei personaggi memorabili, però almeno è un prodotto che merita una visione.
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