sabato 15 aprile 2023

A scuola di cinema: Il Bounty (1984)

28 Aprile 1789: Avviene il celeberrimo Ammutinamento del Bounty.
La nave, partita dall'Inghilterra nell'ottobre 1787 con la missione di raccogliere piante e generi alimentari presenti nelle isole polinesiane, aveva completato tale incarico, nonostante alcuni uomini dell'equipaggio fossero rimasti colpiti, o sconvolti a seconda dei casi, dalla libertà sessuale adottata dalle tribù tahitiane.
Col tempo, alcuni uomini dell'equipaggio, guidati dal secondo ufficiale Fletcher Christian e dal guardiamarina Peter Heywood, diventano sempre più insofferenti nei confronti dei metodi adottati dal Comandante William Bligh, ritenuto troppo severo e irrispettoso, e desiderosi di poter tornare dalle fanciulle di Tahiti.
Così prendono il comando della nave e imbarcano Bligh e gli uomini a lui rimasti fedeli su una scialuppa, certi del fatto che non riusciranno a sopravvivere. Ma William Bligh, determinato a portare gli ammutinati davanti alla giustizia, grazie alle sue abilità e alla conoscenza del mare, riesce ad approdare presso una colonia olandese e da lì a rientrare poi in patria.
William Bligh viene assolto dalla Marina inglese, mentre alcuni degli ammutinati vengono ritrovati qualche anno dopo: per alcuni di essi vi è l'impiccagione, come da codice navale, ad altri invece è concessa la grazia e garantito il reintegro.
La sorte di Fletcher Christian rimane incerta. Con ogni probabilità, viene ucciso in uno scontro con una tribù della Polinesia, ma vi sono anche testimonianze che sia sopravvissuto e tornato sotto falso nome in Inghilterra, ma nessuna prova di ciò è mai stata trovata.


L'Ammutinamento del Bounty è un evento storico che viene esplorato più volte dal cinema. I due lungometraggi più celebri al riguardo sono La Tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty), del 1935, con Clark Gable e Charles Laughton e il suo remake del 1962, Gli Ammutinati del Bounty, con Marlon Brando e Trevor Howard.
Entrambe queste pellicole si basano su un romanzo del 1932 scritto da Charles Nordhoff e James Norman Hall che, essendo appunto un romanzo (e non essendo ancora intervenuto un revisionismo storico nel merito al tempo della pubblicazione), vede William Bligh come un uomo spietato e tirannico e Fletcher Christian come l'eroe e martire.
Ma ulteriori indagini su questo evento giungono a ribaltare la cosa e una versione storica aggiornata compare nell'opera Captain Bligh and Mr Christian, dello storico Richard Hough. Tale opera viene opzionata dal regista David Lean e dal suo fidato sceneggiatore Robert Bolt, i quali nel 1977 iniziano a scriverne una sceneggiatura.
Vista l'ampiezza dell'evento e le sue molteplici implicazioni, i due decidono di farne un film in due parti. La prima, intitolata The Lawbreakers, che giunge fino al momento dell'ammutinamento, mentre la seconda, The Long Arm, incentrata sulle conseguenze dell'atto e la ricerca degli ammutinati. La Warner Bros., dapprima interessata al progetto, decide di ritirarsene quando apprende dell'intenzione di girare due pellicole, visto l'alto costo che comporterebbe.
Nel novembre 1977, Dino De Laurentiis rileva il progetto, mentre la Paramount decide di occuparsi della distribuzione del film. Nel 1978, in Nuova Zelanda, inizia a essere costruita una replica del Bounty, sotto la supervisione di David Lean.
Pur con una sceneggiatura ancora largamente incompleta, vista la divisione in due parti, si intuisce già che la cifra potrebbe aggirarsi ben al di sopra delle stime iniziali e giungere fino a 80 milioni di dollari.
Dino De Laurentiis - che ha peraltro numerose discussioni su questo punto con David Lean - ritira il suo appoggio. A peggiorare la situazione, nell'aprile del 1979 lo sceneggiatore Robert Bolt è vittima di un grave attacco di cuore, per cui deve subire un intervento chirurgico, che gli impedisce di completare la sceneggiatura della seconda parte.
David Lean prova a tramutare il tutto in una miniserie televisiva in sette parti e, fallita anche questa opzione, viene convinto dal produttore Sam Spiegel a ridurre il tutto a un solo film. Ma anche la Paramount infine ritira il proprio appoggio e nel 1980, con rammarico, David Lean deve rinunciare a questo ambizioso progetto e nel 1981 la replica della nave viene messa in vendita.
Vi è qualcuno che però non ha ancora deciso di gettare la spugna, ovvero Dino De Laurentiis: dopotutto ha già speso una somma considerevole di denaro per la costruzione della nave e i costi di pre-produzione.
Il produttore entra così in contatto col regista neozelandese Roger Donaldson, il quale ha scritto un trattamento per un sequel di Conan il Barbaro (Conan the Barbarian) e di cui De Laurentiis ha apprezzato Smash Palace.
Il trattamento di Conan non incontra tuttavia i favori del produttore e Donaldson si convince che non lavorerà mai più con lui. Il giorno dopo, invece, alle cinque del mattino, il regista riceve una telefonata da De Laurentiis, che lo invita a un meeting presso il Beverly Hills Hotel. Lì De Laurentiis gli offre la direzione del film sull'ammutinamento del Bounty.
Roger Donaldson, che non ha un ingaggio in quel momento e si è appena trasferito negli Stati Uniti, chiede di poter leggere la sceneggiatura. Ma De Laurentiis non ha tempo per questo, deve prendere un volo per recarsi in Messico sul set di Dune, quindi Donaldson ha tempo fino a mezzogiorno per dichiarare il suo interesse.
Messo in un angolo, il regista neozelandese dichiara il proprio interesse e il giorno dopo si ritrova nell'ufficio newyorchese di De Laurentiis per parlare del proprio compenso. Certo che, qualunque cifra proponga, dovrà essere contrattata, Donaldson parte chiedendo il doppio del suo normale ingaggio. De Laurentiis praticamente glielo accorda subito e così il giorno dopo Roger Donaldson parte per l'Inghilterra per occuparsi della pre-produzione. Questo film è il suo primo progetto di alto profilo.
Per il ruolo di William Bligh, la scelta di David Lean si era concentrata nel 1978 su due attori: Oliver Reed e Anthony Hopkins. Quest'ultimo viene infine confermato.
Per il ruolo di Fletcher Christian, la prima scelta ricade nel 1980 su Christopher Reeve, raccomandato da Katherine Hepburn e che David Lean ha apprezzato in Superman. Roger Donaldson non si oppone a questa decisione, ma l'attore - ritenendo che la parte non faccia per lui - decide infine di ritirarsi poco prima dell'inizio delle riprese. In sua sostituzione, viene selezionato Mel Gibson.
In principio è previsto anche il personaggio di Peter Heywood, che deve essere interpretato da Hugh Grant, ma la sua tessera del sindacato degli attori si rivela non valida e con rammarico deve dunque rinunciare, nonostante siano già stati preparati i costumi di scena per lui.
In ruoli secondari, infine, vi sono gli allora semiesordienti Liam Neeson e Daniel Day-Lewis.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 25 aprile 1983, durando per circa 5 mesi e tenendosi in Inghilterra, Polinesia e Nuova Zelanda.
Le lunghe tempistiche di produzione e le pessime condizioni atmosferiche che si verificano in mare esasperano Mel Gibson, che più volte dunque si ubriaca fuori dal set. Una notte questo lo porta a partecipare a una rissa in un bar e il mattino dopo una parte del suo volto è così malridotta che si è costretti a riprendere solo l'altra metà.
Dal canto loro, Roger Donaldson e Anthony Hopkins hanno numerosi alterchi sul set, per via del loro carattere e divergenze in merito a come deve essere girata una scena.
Il Bounty (The Bounty) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 4 maggio 1984. A fronte di un budget di 25 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare 18 milioni di dollari.
Pur non rivelandosi il migliore degli esordi, il film permette a Roger Donaldson di iniziare una nuova carriera come regista sul mercato americano... ma questa è un'altra storia.

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