Ormai il college americano sta diventando come una sorta di seconda casa. Pur essendo giunti al centoventiduesimo post, ho perso il conto di quanti siano incentrati su storie che si svolgono in quest'ambiente o attorno ad esso, con le sue piccole tragedie adolescenziali e le sue grandi gioie. Perché ricordiamo che in questo caso l'amore deve trionfare, poiché già la realtà è brutta di suo senza che ci sia bisogno di peggiorarla.
E trionfa anche in Tutte le Volte che Ho Scritto Ti Amo (To All the Boys I've Loved Before), diretto da Susan Johnson, scritto da Sofia Alvarez e distribuito su Netflix a partire dal 17 agosto 2018. La pellicola si basa sull'omonimo romanzo scritto da Jenny Han e pubblicato nel 2014.
Lara Jean Covey (Lana Condor) è una sedicenne che in passato ha scritto lettere d'amore che non ha mai spedito ai ragazzi per cui si era presa una cotta. Tra questi vi sono Peter Kavinsky (Noah Centineo), l'attuale ragazzo della sua ex migliore amica, e Josh Sanderson (Israel Broussard), l'ex fidanzato di sua sorella Margot.
All'improvviso, però, Lara Jean scopre che per qualche misterioso motivo le sue lettere sono state recapitate ai vari destinatari. Peter Kavinsky le chiede allora di fingere di essere la sua ragazza per provare a riconquistare la sua fidanzata, la quale nel frattempo lo ha lasciato. Ma non tutto andrà secondo i piani.
Tutto invece procede secondo i piani in questo film. Al centro vi è la classica (per la società americana) famiglia allargata dove la madre non è più presente e quindi le figlie si ritrovano all'improvviso a dover gestire maggiori responsabilità, il tutto nella fase più delicata dell'adolescenza.
Al centro di questo quadro familiare una ragazza inquadrata e introversa, almeno quando si relaziona con l'esterno, ma anche capace di esprimere delle emozioni nei momenti di vera gioia o dramma (fino a un certo punto, visto che l'attrice arriva fino a quel punto. L'attore che interpreta il suo interesse amoroso è decisamente più bravo) e un ragazzo estroverso, in apparenza menefreghista, ma in realtà capace di provare un sincero e grande amore.
Sul palcoscenico va in atto dunque la - ormai direi che possiamo scriverci un trattato - storia d'amore improbabile, con tanto di omaggio a John Hughes ovviamente, nata per caso tra due persone che caratterialmente non potrebbero essere più differenti, ma al tempo stesso scoprono di avere delle cose in comune. E, velocizzando un po' le cose, l'amore platonico sboccia.
Quindi, sì, nulla di nuovo ovviamente. Deve essere un prodotto del tutto rassicurante. Tuttavia, anche se non sono il target di questo tipo di film, è bello vedere le varie interazioni che si sviluppano tra i personaggi e portano a un epilogo che si è già previsto molto tempo prima. Ma come ho detto c'è quel certo sentimento che deve trionfare. Dopodiché possiamo tornare alla nostra realtà.
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