Durante Secret Empire, nel tentativo di rovesciare la dittatura dell'HYDRA, Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, viene brutalmente uccisa da Capitan Hydra. Già tuttavia al termine di questa storia si intravede un'apparentemente rediviva Vedova Nera che ha intrapreso una strada di vendetta. Si scopre poi che costei è un clone, con ricordi impiantati dell'originale Natasha Romanoff, creata dalla Stanza Rossa, l'organizzazione che formò Natasha Romanoff quando era una bambina.
Una delle prime missioni di questa nuova Vedova Nera è narrata nella miniserie di cinque numeri, pubblicata nel 2019, Gioco Senza Limiti (No Restraints Play), scritta da Jen Soska e Sylvia Soska e disegnata da Flaviano Armentaro.
Per poter placare la sua rabbia, la Vedova Nera si separa da Capitan America e si reca a Madripoor, l'isola dominata dalla criminalità. Lì trova subito pane per i suoi denti quando si allea con Jessan Hoan, la Tigre, la quale le rivela l'esistenza di un sito del dark web dove dei bambini vengono torturati per un pubblico pagante.
La Vedova Nera è determinata a smantellare quest'organizzazione e i suoi finanziatori, ma rischierà ben presto di divenire una pedina di questo gioco senza limiti.
Pur cambiando col passare dei tempi e della sensibilità del lettore, la Vedova Nera è spesso stata ritratta come una personalità borderline, sin da quando era una spia alla Mata Hari e cercava di sedurre Tony Stark e Occhio di Falco. Col tempo, è divenuta una leader e componente storico degli Avengers, ma quel suo volersi spingere oltre un certo limite è sempre rimasto.
Ora sembra che tale limite sia stato (definitivamente?) superato. Quella che ci troviamo di fronte in questa storia, infatti, non è più la Natasha Romanoff che conoscevamo un tempo, bensì una nuova Vedova Nera che - pur continuando a combattere la criminalità e riparare ai torti subiti dalle persone più fragili - non ha più freni inibitori e adotta anche metodi violenti senza pensarci due volte.
E non può esserci valvola di sfogo migliore per una personalità come questa che prendersela contro una rete di violentatori di bambini. C'è da dire che la storia procede su binari narrativi consolidati (è il classico racconto incentrato su una vendetta ai danni di gente potente), con un piccolo plot twist finale, che consente a due scrittrici provenienti da un altro media - sono registe e sceneggiatrici di film horror - di portare la loro "sensibilità" (definiamola così) anche sulle pagine di un fumetto.
Interessante comunque lo scenario prescelto, l'isola di Madripoor, dove non potrete trovare un covo di feccia e malvagità peggiore di questo, e l'utilizzo di Jessan Hoan come comprimaria, la quale di solito bazzica i racconti di Wolverine.
La miniserie ribadisce ciò che si era ampiamente intuito: questa non è più la Vedova Nera di un tempo, saggia e riflessiva leader degli Avengers. E quella personalità borderline presto potrebbe trovare altre valvole di sfogo, meno... criminali.
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