mercoledì 16 novembre 2022

Fabolous Stack of Comics: M.O.D.O.K. - Giochi della Mente


Mental Organism Designed Only for Killing, ovvero M.O.D.O.K. Questo strambo personaggio, ma così strambo che è pro-tempore il leader dell'AIM, è in giro dal 1967 e, come molti dei personaggi di quel decennio, è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby.
Con un aspetto così insolito, pur essendo un temibile supercriminale, in quest'era moderna diviene quasi scontato che sia anche soggetto a battute umoristiche, tanto che nel 2021 diviene il protagonista di una sitcom di animazione, ideata da Jordan Blum e Patton Oswalt (il quale è anche il suo doppiatore originale), in cui gli viene anche affiancata una famiglia.
Non è un prequel della serie, ma ha con essa svariati punti in contatto - non foss'altro perché gli sceneggiatori sono Jordan Blum e Patton Oswalt - la miniserie in quattro numeri Giochi della Mente (Head Games), pubblicata tra il 2020 e il 2021 e disegnata da Scott Hepburn.
Durante una missione dell'AIM, M.O.D.O.K. ha un curioso malfunzionamento di sistema che gli fa vedere scene familiari, di una famiglia che non ha mai avuto e di persone che non conosce. Ciò causa il fallimento della missione e la sua rivale Monica Rappaccini ne approfitta per farlo estromettere dalle Avanzate Idee Meccaniche.
Per andare a fondo del mistero e riacquistare il potere perduto, M.O.D.O.K. dovrà stringere insolite alleanze e alla fine potrebbe apprendere qualcosa in più sulle proprie origini.
Questa miniserie propone un background fumettistico dei comprimari che ruotano attorno a M.O.D.O.K. nella serie di animazione che lo vede protagonista, ovvero sua moglie e i suoi figli, che prima di questa storia non erano mai stati nominati. Non è comunque un prequel della serie, in quanto la storia è ben radicata nel Marvel Universe.
Oltre a questo, la miniserie ci offre uno sguardo nella personalità non solo di M.O.D.O.K. ma anche del suo alter ego umano, ovvero George Tarleton, l'ignara cavia dell'esperimento dell'AIM che divenne l'organismo mentale designato per uccidere. Per Stan Lee e Jack Kirby era solo un nome come tanti, a loro non interessava sviluppare questo personaggio come essere umano, ma solo come macchina assassina priva di qualsiasi vestigia di umanità.
Jordan Blum e Patton Oswalt, invece, indagano a fondo su entrambi i personaggi, dando loro uno spessore che non hanno mai avuto e che in tempi del genere risulta un lavoro apprezzabile se si considera che i lettori odierni potrebbero trovare risibile - per il suo aspetto - un personaggio come M.O.D.O.K. 
Ma salvo rari casi non esistono pessimi personaggi, quello che conta è il modo in cui vengono gestiti e come si evolvono nel tempo.

Nessun commento:

Posta un commento