lunedì 28 novembre 2022

Netflix Original 89: Domenica


Negli Stati Uniti la diffusione della Bibbia e dei suoi precetti è vissuta in maniera leggermente differente rispetto all'Italia, un paese più tradizionalista e rigoroso sul versante religioso.
Tuttavia, anche solo per chi ha visto The Blues Brothers, che estremizza questo concetto (e con James Brown come reverendo come si poteva fare diversamente?), negli Stati Uniti è noto che in varie chiese la parola di Dio è diffusa anche attraverso canti ritmici e balli scatenati. Nonché con appassionati sermoni dei predicatori, vere e proprie guide per la comunità cattolica locale.
Ma a volte la realtà non è così idilliaca. Come nel caso del reverendo Carlton Pearson, un pastore che - dopo aver visto alla televisione con orrore i genocidi perpetrati in Ruanda a partire dal 1994 - affermò davanti ai suoi fedeli che anche le persone che non erano state battezzate e coloro che avevano peccato senza confessarsi potevano avere il perdono da parte di Dio in Paradiso e dubitava dell'esistenza dell'Inferno propriamente detto, ritenendo che esso fosse presente sulla Terra.
Questo causò sia una frattura tra lui e la sua comunità di fedeli che con il concilio dei vescovi afroamericani, il quale lo bollò addirittura come eretico.
Un biopic incentrato su questi eventi è Domenica (Come Sunday), diretto da Joshua Marston, scritto da Marcus Hinckey e distribuito su Netflix a partire dal 13 aprile 2018. Nel film, Carlton Pearson ha le fattezze di Chiwetel Ejiofor.
La pellicola copre l'arco di tempo da quando Carlton Pearson inizia a diffondere le sue nuove credenze, ricevute a seguito di un colloquio con Dio secondo le sue stesse parole, passando per i difficili momenti in cui - tranne sua moglie e pochi altri - viene abbandonato da tutti e ostracizzato, fino a un (inevitabile nei film, ma stavolta è avvenuto anche nella vita reale) riscatto personale, con nuovi fedeli pronti ad ascoltare i suoi sermoni.
Ovviamente, se siete tra coloro che non tengono in alcuna considerazione la Bibbia e ciò che dice, questo film non fa decisamente per voi, ma tralasciando i credenti anche coloro che sono atei ma si interessano di questi argomenti potrebbero trovarvi qualche elemento di interesse nel come la parola di Dio viene diffusa in una società che riteniamo così vicina a noi, ma in realtà presenta svariate differenze.
Più in generale, il film è una parabola dei rapporti di inclusione, in quanto Carlton Pearson nei suoi sermoni offre un possibile perdono anche a quelle minoranze che la Chiesa giudica peccatrici (la comunità LBGTQ+) e ai criminali, quelli guidati anche da necessità di povertà, pur peccando ai suoi occhi.
Quindi, partendo dalla vita di una persona si trattano tematiche più ampie, con una visione su cui poi ognuno potrà farsi una propria opinione. Non è dunque una pellicola banale, anche se alcune volte scivola in una facile retorica che compromette il messaggio di fondo: indicare Carlton Pearson come un martire in ogni caso, drammatizzando alcuni eventi o - come suppongo - narrando fatti mai accaduti non è sempre uno stratagemma che funziona.

Nessun commento:

Posta un commento