Dopo Avatar, il nostro prode eroe Jake Sully torna sulla Terra per affrontare un'altra avventura di stampo fantascientifico. Il tutto accade in The Titan, diretto da Lennart Ruff, scritto da Arash Amel e Max Hurwitz e distribuito su Netflix a partire dal 30 marzo 2018.
Nella linea temporale del film, invece, siamo 30 anni avanti nel futuro. Nel 2048, la Terra è preda di una grave crisi di sovrappopolazione, che sta causando numerosi atti di violenza lungo tutto il mondo, e l'estinzione del genere umano appare vicina.
Siccome il terraforming di altri pianeti è fuori questione, lo scienziato Martin Collingwood (Tom Wilkinson) propone di mutare geneticamente gli esseri umani perché si adattino all'atmosfera di Titano, una delle lune di Saturno.
Un gruppo di soldati scelti della NATO si raduna dunque in una base militare insieme alle loro famiglie. Tra di loro vi è Rick Janssen (Sam Worthington), accompagnato da sua moglie Abigail (Taylor Schilling).
Rick si dimostra il soggetto più capace durante i vari test volti a valutare chi saranno i primi soggetti a viaggiare su Titano, ma al contempo rischia anche di perdere la propria umanità. Quale sarà il prezzo che dovrà pagare, alla fine?
Per essere un film di ambientazione fantascientifica (anche se il 2048 sembra non aver visto molti progressi tecnologici in 30 anni) con protagonisti dei soldati, esso rispetta una regola fondamentale. Pur essendo incentrato su un progetto internazionale sotto l'egida della NATO, i salvatori del mondo sono solo gli americani e il loro imponente esercito che include anche attori britannici. Ma questo ormai abbiamo imparato ad accettarlo.
Più che un racconto di fantascienza, tuttavia, quella che ci troviamo di fronte è la classica storia d'amore che incontra all'improvviso degli ostacoli (Rick Janssen che si sottopone a modifiche genetiche e perde progressivamente la sua umanità è una metafora abbastanza evidente di un rapporto amoroso che si deteriora).
Lo sfondo fantascientifico rappresenta solo una variazione sul tema rispetto a questo tipo di storia, anche perché le tematiche accennate in principio (la sovrappopolazione, il caos dilagante) vengono introdotte e poi mai veramente approfondite. Così, essendo questa alla fine una storia d'amore, si incanala ben presto verso binari consolidati e prevedibili.
Ma anche Avatar era in buona parte una storia d'amore - con un'ambientazione fantascientifica maggiormente curata, sia chiaro - e in quell'occasione ha funzionato. Non stupisce dunque che Sam Worthington sia presente in questo film: seppur subisca un processo al contrario (la mutazione in Na'Vi gli faceva acquisire l'umanità, qui invece la mutazione ne causa la perdita), il personaggio condivide svariati punti in comune con Jake Sully... non solo perché entrambi i personaggi sono dei soldati.
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