domenica 5 gennaio 2025

Italians do it better? 48: Mixed By Erry (2023)


Gli anni '80, così spesso celebrati (a volte a ragione, a volte ha torto, quasi sempre utilizzando posizioni da tifo calcistico), ha visto un balzo importante da un punto di vista tecnologico.
Coi televisori ormai tutti a colori nelle case degli italiani e il proliferare delle reti private, l'arrivo dei primi personal computer pensati per le famiglie e anche nel campo della musica. Coi vinili, ancora ben presenti (per il momento), che condividevano lo spazio con le musicassette... in attesa dell'arrivo di un altro fondamentale supporto.
Uno spaccato, per molti versi inedito, di questo decennio ci viene presentato in Mixed By Erry, diretto da Sydney Sibilia, scritto da Sidney Sibilia, Armando Festa e Simona Frasca e distribuito nei cinema nel marzo 2023.
Enrico "Erry" Frattasio (Luigi D'Oriano) vive a Napoli, lavorando come commesso in un negozio di elettrodomestici e, nel tempo libero, si diletta a creare delle compilation su musicassetta che vende ad alcuni suoi amici.
Quando il titolare chiude il negozio per anzianità, Enrico continua a vendere le compilation utilizzando pochi strumenti. Ma quando la richiesta, e la sua popolarità, cresce, grazie all'aiuto del fratello Peppe (Giuseppe Arena) e di alcuni esponenti della malavita, mette su una vera e propria industria di musicassette pirata che in breve oltrepassa i confini di Napoli, grazie anche alle compilation del Festival di Sanremo che escono in tempo reale per qualche misterioso motivo.
Tuttavia, un tale "business" non può che attirare infine l'attenzione della Guardia di Finanza.
Ci sono storie sconosciute che meritano di essere portate all'attenzione del grande pubblico, anche per dare uno sguardo - disincantato o meno - su un mondo che non esiste più e capire da dov'è che proveniamo.
La storia di Erry Frattasio è quella che spesso sentivamo da ragazzi, anche se magari non direttamente connessa a lui. Ma chi ha una certa età, a meno che non si sia barricato in casa, non si è mai imbattuto in un commerciante di musica pirata, col telo steso a terra?
Questa storia diviene dunque un emblema di un mondo che, anche se non in maniera immediata, andrà a scomparire. Un mondo dove la tecnologia diventerà sempre più preminente e spersonalizzante, a partire dall'arrivo del CD (vaticinato dal protagonista come l'inizio della rovina), e quell'aura di romanticismo che anche un'attività illegale - ma che porta sogni alle persone - come quella di Erry Frattasio diventerà qualcosa di non più ripetibile.
Il tutto viene inserito all'interno di una città, Napoli, della quale vengono tratteggiate luci e ombre e ricostruendo quel decennio in maniera quasi fiabesca. Dove ogni vicolo sembra trasportare nel passato e dove i rapporti umani erano profondamente diversi (non migliori, non peggiori, diversi) da quelli attuali.
La gente che oggi ha fino a trent'anni quel mondo non lo ha mai vissuto in prima persona e questo film è una buona occasione per conoscerlo. E non in quella chiave odiosamente retorica del tipo:"Come erano belli i tempi in cui...". Ma appunto per capire da dove proveniamo e che il mondo in cui viviamo oggi è anche figlio di quell'era "romantica" di cui Erry Frattasio è stato uno dei tanti protagonisti.

sabato 4 gennaio 2025

Italians do it better? 47: La Banda dei Babbi Natale (2010)


La tradizione dei film natalizi è imprescindibile sia nel cinema americano che in quello italiano, da molti decenni. Quello americano punta di più sui buoni sentimenti e il concetto di famiglia, nelle sue varie accezioni, mentre quello italiano - nella sua forma più popolare, sia ben chiaro, ci sono chiaramente delle eccezioni - su scenette comiche di medio livello, per appagare lo spettatore medio verso cui è indirizzata l'opera, con attori consolidati.
Ma, appunto, ci possono essere delle eccezioni e si può provare a fare un mix di entrambe le cose. Come accade in La Banda dei Babbi Natale, diretto da Paolo Genovese, scritto da Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Valerio Bariletti, Morgan Bertacca e Giordano Preda e distribuito nei cinema nel dicembre 2010.
Milano, Vigilia di Natale del 2010: Tre uomini di nome Aldo Baglio, Giacomo Poretti e Giovanni Storti, campioni di bocce, vengono colti in flagrante mentre in apparenza stanno cercando di rapinare un appartamento travestiti da Babbo Natale.
Portati alla centrale di polizia, i due vengono interrogati dal commissario Irene Bestetti (Angela Finocchiaro) e dall'appuntato Benemerita (Giovanni Esposito). Tra premesse varie, flashback e una strana storia di tradimenti e relazioni extraconiugali, si consuma così una delle vigilie più insolite di sempre.
Aldo, Giovanni e Giacomo tornano dunque a replicare la loro formula vincente, che li vede amici per la pelle alle prese con grandi problemi di cuore e piccole sventure. Ma stavolta, invece che una sola donna, ve ne saranno ben tre (anzi, quattro, a Giovanni Storti piace rischiare).
Il tutto in un'alternanza tra il presente in cui si ritrovano al commissariato e il passato - tramite un ampio utilizzo di flashback - in cui arriviamo a capire come i tre siano giunti a quella situazione. A dire il vero questa parte è molto ridotta all'osso, visto che lungo la via ci sono altre scenette comiche a intervallare il tutto (sei sceneggiatori a lavorare su questa storia, la dice lunga).
Sempre per ricreare la formula vincente, le tre personalità dei tre attori rispecchiano - in maniera decisamente esasperata, chiaramente - alcuni caratteri italiani. Come il professionista lecchino coi potenti e un po' arrogante con le persone al suo comando (Poretti), il disoccupato che vive di espedienti ma ha un gran cuore (Baglio) e il pignolo che in realtà è molto insicuro e crea solo danni (Storti).
Oltre, ovviamente, al fatto che le personalità dei protagonisti sono quelli degli attori, che dunque è come se interpretassero loro stessi.
Non mancano, infine, alcuni dichiarati richiami al cinema americano - in una sorta di mash-up abbastanza stiracchiato, ma di certo voluto - e a titoli quali Le Iene, Matrix e Il Grande Lebowski.
E, come in tutti i film di Natale che si rispettino, qualunque sia la loro nazionalità di provenienza, alla fine trionfano l'amore e i buoni sentimenti. Almeno per un giorno.

venerdì 3 gennaio 2025

Fabolous Stack of Comics: Tex - Verso l'Oregon


Tex Willer ha un rapporto complicato con le figure femminili, come in un certo senso lo aveva il suo creatore Gianluigi Bonelli (divorziato, ma la cui moglie era tra le figure principali della casa editrice da lui fondata, insieme al figlio Sergio).
Quindi, a parte la notevole eccezione della compagna Lilyth, quando c'era Bonelli le donne erano spesso ritratte in modo negativo o come figure in difficoltà, pronte a essere salvate dall'uomo di turno. I tempi, però, cambiano e nuovi sceneggiatori giungono a dare visioni diverse di questo complicato tipo di rapporto.
Una di queste si trova in Verso l'Oregon, pubblicato nel 2011 su Tex Speciale 25, scritto da Gianfranco Manfredi e disegnato da Carlos Gomez.
Kevin Fletcher, un ragazzo aitante e di bell'aspetto, diviene oggetto di una caccia all'uomo quando uccide un giovane Texas Ranger, solo perché costui ha fatto ai suoi occhi troppe domande sul suo conto.
Quando si scopre che Kevin Fletcher è responsabile dell'uccisione di almeno venti persone, sia uomini di legge che criminali, della sua cattura vengono incaricati Tex e Kit Carson.
Mentre sono sulle tracce del serial killer, i due pard si imbattono in una carovana di sei donne, le quali si stanno dirigendo a Oregon City per sposarsi, dopo aver trovato marito tramite corrispondenza. Poiché la strada che devono percorrere è lunga e impervia, Tex e Carson si offrono di scortarle fino alla loro destinazione.
Un percorso che si rivelerà pieno di insidie e drammi.
Nel cinema c'è il famoso trucco del MacGuffin, in cui l'eroe di turno deve cercare una certa cosa della cui natura, alla fin fine, non è così necessario sapere tutto. Qualcosa di simile viene utilizzato in questa occasione.
L'inseguimento di Kevin Fletcher, che pare essere la trama principale all'inizio, dopo alcune pagine lascia il posto a quelle storie tipiche dei film western dell'età d'oro di Hollywood, con quelle grandi carovane che si trasferivano in un altro stato per iniziare una nuova vita.
Solo che in questo caso c'è una tipologia di interazione diversa per i due protagonisti. Coi cattivi è facile trattare, la loro natura è di immediata comprensione e li si può prendere a pugni o pistolettate, ma come comportarsi di fronte alla testardaggine e determinazione di alcune donne, animate da un sincero obiettivo comune?
Tex Willer si ritrova dunque a dover imparare a conoscere un mondo a lui quasi ignoto, e il rapporto con la defunta moglie Lilyth poco può fare in tal senso. Quindi in principio perde una parte della propria invincibilità e carisma - cosa che contribuisce a renderlo più umano agli occhi del lettore - salvo poi, appena ha capito come gestire la situazione, ritrovare la consueta sicurezza e capacità di risolvere ogni problematica.
Con Carson ad agire da consueta spalla, anche se a volte i due mi sembrano come Stanlio & Olio coi loro battibecchi preconfezionati. Un modo intelligente di attualizzare la figura femminile secondo un'ottica moderna, ma ben inquadrandola nel passato del Ranger.
Le due trame convergono poi nella fase finale, trovando entrambe l'inevitabile ma al tempo stesso necessaria risoluzione. E quel mondo di frontiera immaginario protetto da Tex e Carson può tornare a dormire sonni tranquilli.

giovedì 2 gennaio 2025

Fabolous Stack of Comics: Capitan Marvel - Il Processo dell'Osservatore


Quando una serie, come accaduto con Capitan Marvel, trova infine una sua precisa identità narrativa, uno sceneggiatore può decidere di proseguire su quella strada oppure apportare qualche piccolo accorgimento (salvo addirittura stravolgere del tutto il tono della testata, ma per quanto si possa pensare il contrario questo non è un caso così usuale).
Con Thanos il Dio Pazzo, Jim Starlin ha assegnato a Mar-Vell il ruolo di Protettore dell'Universo e ridefinito il suo rapporto con Rick Jones. Tale nuovo status quo viene portato avanti dal successivo team creativo, ovvero Steve Englehart ai testi e Al Milgrom ai disegni, in una saga che si dipana nei numeri dal 35 al 46 della serie dedicata all'eroe, pubblicati tra il 1974 e il 1976.
Mar-Vell subisce gli attacchi di alcuni supercriminali - tra cui Nitro - al servizio della Legione Lunatica, un misterioso gruppo che per ragioni altrettanto misteriose lo ha preso di mira. La base di questo gruppo è insita nel loro stesso nome.
Ma quando Mar-Vell giunge presso la Zona Blu della Luna, a trovarlo vi è Uatu l'Osservatore che, incredibilmente, si è alleato con la Legione Lunatica, un gruppo di rinnegati kree. Qual è la ragione di questo comportamento?
Da qui ha inizio un'epopea spaziale che porterà Mar-Vell e Rick Jones sul pianeta degli Osservatori e a ritornare sul mondo natale Kree, dove avranno un confronto decisivo con la Suprema Intelligenza.
Come anticipavamo, Steve Englehart riparte dallo status quo ideato da Jim Starlin, ma lungo la via apporta alcuni cambiamenti, modificando così per l'ennesima volta le fondamenta della testata.
Mar-Vell rimane così il Protettore dell'Universo e adempie a questo compito andando davvero per la prima volta in giro per... l'Universo (forse qualcuno se ne è infine accorto). Ma il legame con Rick Jones cambia ancora.
Non più a livello molecolare, con scambio reciproco attraverso la Zona Negativa, bensì condividendo una negabanda a testa e le energie collegate, potendo dunque infine condividere lo stesso spazio. Un'occasione, ovviamente, che consente di dare vita a nuove interazioni tra i due protagonisti, sempre comunque ritratti come il saggio stratega e il giovane impetuoso ma volenteroso che - superando le reciproche differenze - giungono a un compromesso per il conseguimento di un bene superiore.
Due saghe, quella della Legione Lunatica e quella della battaglia decisiva contro la Suprema Intelligenza, strettamente legate e procedono dunque senza soluzione di continuità per dare vita a un'unica epopea spaziale che prepara la via a un prevedibile ma apprezzato finale, con un ritorno al pianeta Terra che incombe.
Steve Englehart recupera qui e là alcuni elementi di continuity come Le Storie dell'Osservatore, quando riepiloga il passato di Uatu e della razza degli Osservatori, e la Guerra Kree-Skrull, visto che sembra si metta un punto fermo alla trama incentrata sulla Suprema Intelligenza e i poteri latenti di Rick Jones (sappiamo, tuttavia, che non è stato proprio così, anche se essa è poi rimasta dormiente per decenni).
Per un deus ex machina che scompare, un altro potrebbe prenderne il posto.

mercoledì 1 gennaio 2025

Libri a caso: Veleno a Capodanno


Allora, avete festeggiato con i consueti bagordi la notte di Capodanno? Magari lanciando i soliti strali contro il Presidente della Repubblica mentre pronunciava il suo discorso senza che nemmeno lo ascoltavate? Disperandovi quando a tavola, anche all'ultimo, si è iniziato a parlare di politica, ma poi siete stati i primi a intervenire? Pubblicando il vostro selfie sorridente sui social, mentre dentro di voi la rabbia vi divorava? Tranquilli, c'è a chi è andata  peggio.
Questo succede in Veleno a Capodanno (The Poisoner's Mistake), scritto da Belton Cobb e pubblicato nel 1936.
I Bole sono una benestante famiglia inglese, tradizionale, col capofamiglia Rupert, la moglie Mary e la figlia Jennifer. Negli ultimi mesi la loro casa si è popolata di altre persone, tutte provenienti dal ramo familiare di Mary, a cui sono capitate avverse fortune che hanno fatto perdere loro quasi tutti gli averi e anche una casa sotto cui abitare.
Rupert Bole non vede di buon occhio che dentro casa girino quelli che lui considera dei parassiti, ma c'è poco che può fare al riguardo.
Tuttavia, durante la notte di Capodanno del 1936, avviene un fatto drammatico: Bobby Letchworth, un pretendente della figlia del cognato di Rupert Bole, muore a seguito di un cocktail che era stato in precedenza avvelenato.
Delle indagini viene incaricato il commissario di Scotland Yard Cheviot Burmann, il quale ben presto scopre che il ragazzo con ogni probabilità non era la vittima predestinata. Allora chi era la vera vittima dell'avvelenatore?
Il romanzo giallo inglese, nel decennio in cui l'opera è stata pubblicata, è ormai lanciato nell'olimpo grazie a una certa signora di nome Agatha Christie. Ma sarebbe riduttivo pensare solo a lei, visto che molti altri validi scrittori hanno condiviso la scena in quegli anni.
Belton Cobb è forse uno di quelli che sulla scena c'è stato tanto, ma non è stato notato (come uno di quegli attori che compare sullo sfondo, che all'inizio riconosci, ma poi te ne dimentichi fino a quando non lo rivedi in un altro film) e Cheviot Burmann è uno dei tanti detective di Scotland Yard che, almeno nella finzione, ha operatore con correttezza e rettitudine per decenni per portare giustizia.
Quindi, dopo aver presentato in maniera sommaria ma chiara i vari "attori" di questo dramma, avviene l'evento tragico che dà il via al tutto e fa intervenire sulla scena il deus ex machina, ovvero Cheviot Burmann.
Non che gente come Poirot o Maigret siano avari di parole, ma in questo caso abbiamo un detective meno vanitoso e che preferisce lasciar parlare gli altri. Praticamente, dopo i primi capitoli che introducono la storia, il resto è dominato al 95% dai dialoghi tra Burmann e i vari protagonisti della vicenda, che contribuiscono a fare luce sul caso.
Quindi un susseguirsi praticamente continuo di botta e risposta, senza nessuna particolare scena d'azione o drammatica a sottolineare la tensione degli eventi. O meglio, la tensione viene costruita proprio attraverso i dialoghi e capovolgimenti di fronte anche improvvisi lungo la via.
Anno nuovo, vita nuova, si suol dire. Ma il romanzo giallo inglese, nella sua costanza, rimane una continua fonte di sorprese.