La figura cinematografica che ha più attirato incassi in questi ultimi quindici anni circa è quella del supereroe, che è stata traslata in svariate incarnazioni. Il supereroe, una figura centrale del fumetto americano, che ha dominato il mercato per decenni, spesso oscurando o mandando nell'oblio altri generi.
Il panorama italiano non può vantare la popolarità di nessuna figura di questo tipo e perciò, quando si tratta di inseguire quel tipo di cinema, ci si può ritrovare in difficoltà. Ecco dunque che ci si affida alle figure popolari e iconografiche in Italia quanto lo sono i supereroi negli Stati Uniti.
E quindi giunge La Befana Vien di Notte, diretto da Michele Soavi, scritto da Nicola Guaglianone e distribuito nei cinema nel dicembre 2018.
Paola Sostegni (Paola Cortellesi) per il mondo esterno è una insegnante come tante altre, che si occupa di alcuni vivaci studenti. Ma Paola in realtà è la Befana, che il 6 gennaio porta doni a tutti i bambini meritevoli.
Uno di questi ex bambini, però, il giocattolaio Mr. Johnny (Stefano Fresi), ritiene di essere stato truffato da lei alcuni anni fa e medita di vendicarsi rapendola, per poter poi arricchirsi con la distribuzione dei suoi giocattoli.
Ma un gruppo di bambini a cui Paola insegna si avvede della cosa e parte alla salvezza della Befana, pronti a vivere incredibili avventure.
Spesso nei fumetti e nei film c'è lo scontro tra il supereroe e il suo nemico giurato. Pensiamo a Batman e al Joker, oppure a Spider-Man e Goblin. Ebbene qui da noi, visto che solo il personaggio di Diabolik a quanto pare ha qualche film all'attivo e nessun vero supercriminale da affrontare, dobbiamo ripiegare sulla Befana e Mr. Johnny!
Questa pellicola può far capire cosa accade quando gli italiani cercano di reinterpretare il cinema americano (qualcosa che è sempre stato fatto, e tranquilli, a volte accade il contrario), aggiungendovi elementi nostrani nel tentativo di distanziarsi dal materiale di riferimento.
Oltre alla narrativa supereroistica rivista e corretta, tramite l'utilizzo come "spalle" della protagonista di un gruppo di bambini, con un pizzico di inclusività e una piccola storia d'amore, si strizza l'occhio anche a Stranger Things (o a Harry Potter, non che cambierebbe molto). Quindi ottimo terreno per argomenti come l'accettazione di sé e delle persone che la società ritiene diverse e il processo di crescita interiore.
Il tutto per inquadrare la pellicola come una sorta di fiaba moderna rivolta principalmente a un pubblico giovanile, ma che cerca di catturare l'attenzione anche del pubblico "maturo". Che è ciò che sono anche i film di supereroi, a ben vedere.
Tuttavia, pur intravedendo possibilità di sequel alla fine, in giro non c'è ancora un franchise sulla Befana.
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