Siamo nel 1967, l'Universo Marvel è nato da poco più di un lustro e, come un pianeta che si sta raffreddando e dove comincia a comparire la vita, questo inizia a prendere forma.
Arrivano nuovi personaggi dopo i Fantastici Quattro, ormai li conosciamo tutti per essere apparsi al cinema, e anche delle razze aliene. Gli Skrull, tra i primi, ma qualche tempo dopo anche i Kree, che i Fantastici Quattro riescono a sconfiggere nelle loro prime avventure.
Questa battaglia, una delle tante ideata dall'accoppiata Lee/Kirby, è il punto di partenza per la saga di Capitan Marvel. Il primo Capitan Marvel della Marvel (lo so, sembra uno scioglilingua), le cui avventure iniziano sui numeri 12 e 13 di Marvel Super-Heroes e proseguono nei primi quattro numeri della serie a lui dedicata, che esordisce nel 1968.
Ai testi vi sono Stan Lee e Roy Thomas, mentre alla parte grafica troviamo Gene Colan.
Dopo che i Fantastici Quattro hanno abbattuto un robot Sentry e sconfitto il giudice Ronan, una nave stellare dei Kree viene inviata in missione sulla Terra. Il suo compito è indagare sulla razza umana e i suoi progressi tecnologici, per assicurarsi se possa rappresentare in futuro una minaccia per l'impero.
A tale scopo viene inviato sotto copertura sul pianeta il pluridecorato Capitano Mar-Vell. Dietro questa missione, però, vi è anche l'intento del comandante della missione, Yon-Rogg, di eliminare un nemico che ostacola la sua relazione con la dottoressa Una.
Mar-Vell assume dunque l'identità di uno scienziato che offre consulenza a una base militare, il dr. Walter Lawson, rimasto ucciso in un incidente causato dallo stesso Yon-Rogg. Ma deve subito affrontare la diffidenza della responsabile della sicurezza, Carol Danvers.
Ecco un tema caro alla Marvel dell'epoca, e anche in parte a quella degli ultimi anni: lo straniero in terra straniera. Pur spinti da un mandato editoriale per assicurarsi il copyright su un nome specifico (cose che sono sempre accadute), Stan Lee e Roy Thomas introducono qui delle tematiche che sarebbero poi state approfondite maggiormente con Silver Surfer.
Troviamo dunque l'alieno che deve integrarsi suo malgrado in una società e un mondo che non conosce e capirne le particolarità e le stranezze. Ovviamente non siamo dalle parti dei dilemmi esistenziali di Norrin Radd, ma in una trama dal sapore vagamente mystery (Mar-Vell non deve far capire ai terrestri chi è e al tempo stesso non deve deludere i suoi superiori per non perdere Una) i cui contorni sono abbastanza fissi.
Vedremo dunque Mar-Vell affrontare varie minacce, più potenti di lui, dallo stesso robot Sentry al Super-Skrull, venendo al tempo stesso divorato dai suoi rimorsi di coscienza. Da un lato per il timore di perdere l'amata Una per sempre, dall'altro - man mano che arriva a conoscere l'umanità - per la prospettiva futura di dover annientare gli esseri umani nel caso gli venisse ordinato dai suoi superiori.
I due sceneggiatori, prima di passare la palla ad altri scrittori, preparano dunque un terreno narrativo fertile e consolidato su cui costruire trame ulteriori, introducendo un personaggio secondario destinato a far storia nei decenni successivi e puntando sugli argomenti a loro cari del sacrificio e del senso del dovere.
Mar-Vell forse in queste storie non è ancora divenuto un supereroe, ma ha di certo già trovato i suoi superproblemi.
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