Forse appare superfluo dirlo, ma uno degli obiettivi della fantascienza è quello di immaginare un possibile sviluppo futuro della società analizzando la reale società in cui si vive in quel momento. Un'analisi che può assumere a volte l'aspetto di una feroce satira, come accade in 1984 di George Orwell.
Non è chiaramente qualcosa di semplice poiché, quando quel futuro arriva o è imminente, si potrebbe scoprire che non è proprio come lo scrittore lo aveva immaginato, col rischio di rendere l'opera sorpassata (non che però 1984 lo sia diventata, bisogna ammetterlo).
Una possibile società futura la si trova anche in Rete Globale (The Shockwave Rider), scritto da John Brunner e pubblicato nel 1975.
Siamo nel ventunesimo secolo. A seguito di alcuni disastri naturali e tentativi di colpo di stato, una potente rete di computer decide le vite dei cittadini, scegliendo per loro la professione più adatta sin dalla più tenera età, gli hobby da perseguire e compie altre scelte sottratte al loro libero arbitrio.
Uno studente di nome Nick Haflinger, con una personalità più marcata e intelligente, riesce a capire l'inganno che si perpetra dietro questa facciata di normalità ed entra in clandestinità, assumendo negli anni svariate identità fittizie, al solo scopo di nascondersi.
Quando però il governo americano lo rintraccia e lo mette sotto interrogatorio, Nick Haflinger deve decidere se continuare a utilizzare le sue maschere oppure per la prima volta essere sé stesso e mostrare al mondo la verità.
Immaginare la società futura, dicevamo. Il decennio in cui quest'opera è uscita è stato davvero molto particolare tra crisi energetiche e petrolifere, una Guerra Fredda che - pur passate le crisi più importanti - era ancora ben presente e già emergevano questioni come la sovrappopolazione e la sicurezza a discapito della privacy.
Inoltre già era presente la rete militare Arpanet che stava per diventare l'Internet dell'allora futuro e la tecnologia stava per compiere balzi da gigante.
John Brunner ha immaginato questo scenario futuro basandosi su alcuni scritti dei sociologi del tempo di allora e, nel fare questo, ha concepito un mondo che non sembra troppo distante dall'attuale. Certo non abbiamo una rete globale che governa tutte le nostre mosse, ma di sicuro ci sono algoritmi che cercano di guidarci verso una precisa scelta e governi, in molte nazioni, che manovrano le loro campagne politiche anche basandosi su dati raccolti da agenzie private o governative e vendute al miglior offerente, in maniera legale o meno.
Il modello di riferimento è appunto il succitato 1984, solo verso un'impronta un po' più ottimistica. Se la ribellione di Smith è destinata a fallire sin dal principio, la presa di coscienza di Haflinger diventa la scintilla che darà il via al cambiamento dello status quo. Cambiamento che inizia proprio da dove è cominciata la dittatura globale.
Quindi più in generale lo scrittore esorta a non conformarsi subito a modelli predeterminati da altri, ma a cercare di tracciare un proprio percorso - e i propri errori, anche - basandosi sulle proprie scelte. Una cosa difficile da fare già cinquant'anni fa e diventata un po' più ardua oggi.
Ci sono molti convinti che oggi si viva in una dittatura computerizzata. Non proviamo nemmeno ad argomentare a favore o a torto (sarebbe inutile, dopotutto), ma sarà interessante vedere dove ci porterà la vastità di questa rete.
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